Sabato 20 Aprile 2024

Haaland-Mbappé, la Next Gen di Messi-CR7

Con Rashford sono i goleador di Champions: 65 anni in tre, saranno loro a contendersi il Pallone d’oro forse già da quest’anno

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di Paolo Franci

Non è più solo lo sproloquio di noi giornalisti sulll’evento che nel pallone è atteso ormai come lo sbarco degli alieni sulla terra. Eh sì, perchè tra l’altro noi gli alieni ce li abbiamo già. E aspettano i loro eredi - si fa per dire - per potersi godere la meritata e certo agiata pensione. Inutile dilungarsi sui loro voli intergalattici tra gol e meravigliosi artifizi tecnici perchè di Cristiano Ronaldo e Leo Messi si sa tutto.

Fino a ieri - come vedremo più avanti - e nell’ultimo decennio è stata una delusione incalzanta come la Cavalcata delle Valchirie. Però adesso ci siamo eccome. E mica lo diciamo noi. Lo dicono i gol, le imprese e le classifiche. E se le premesse e le promesse saranno mantenute, ricorderemo l’epoca più difficile e drammatica del calcio moderno come quella dell’ inevitabile ricambio generazionale. Gli ultimi anni li abbiamo vissuti con apprensione e un pizzico di monotomia. Leo di qua, Cristiano di là a dividersi e contendersi Palloni d’Oro, trofei e record. Quest’anno però, dai, ci siamo. E non solo per i 3 gol di Kylian Mbappè che hanno sverniciato Messi a casa sua, no, no.

E la classifica dei bomber di Champions, il tempio supremo degli uomini gol a sancire la Rivoluzione degli Dei. Lassù c’è il 20enne Erling Haaland, re di Norvegia con 8 gol. Lui ha ’solo’ la Coppona d’Europa per mettersi in mostra e non è un caso che si rechi ad ogni allenamento ascoltando la famosa ’musichetta’. D’altra parte la Norvegia al Mondiale non ci sarà e lo scaltro Erling sa cosa sia comunicare, quando tira dentro Kylian, il Re di Francia: "Lo ringrazio per i tre gol al Barcellona, mi ha dato uno stimolo in più per farne due al Siviglia...". Siamo alla versione teen della sfida tra Leo e Cristiano. E’ chiaro.

Dicevamo: Haaland, 20 anni, è capocannoniere di Champions con 8 gol. Poi c’è il 23enne Marcus Rashford, che tra poco incrocerà il Milan con lo United, a quota 6 gol. E, ancora, Mbappè, 22 anni, 5 gol e un solo idolo racchiuso in un acronimo – e chi se non CR7? - che tentò di portarlo a Madrid quando il ragazzo di Parigi aveva 14 anni. A quota 6 ci sono anche Morata, Neymar e Giroud e cioè precariato di classe, il ’fratellastro’ di Messi mai arrivato al suo livello e il bomber ’agè’ del Chesea.

Ok, ok, però quei tre ragazzini, 65 anni in tutto, mica si sono messi alle spalle solo CR7 e Messi, 69 anni in due -e 4 gol ciascuno - perchè dall’alto in basso guardano un bel po’ di ’Balon d’Or’ mancati per un soffio. E cioè, Momo Salah, eppoi quel fenomeno di Robert Lewandowski, l’uomo che cadde sui trofei: ha vinto tutto quello che c’era da vincere tra classifiche dei bomber e trofei del club.

Suggestione? Illusione? Davvero siamo di fronte alla fine degli Dei del pallone? Siamo andati a vedere che dicono i bookmaker. Sapete, loro di mestiere fanno il banco e certo non se ne stanno lì per regalare grana. In ordine di quota (Snai) per il titolo di capocannoniere Champions: Haaland a 2,50, poi dietro Mbappè (4,50), O’Ney, Lewandowski a 5,50. E Ronaldo? a 6,50 quinta scelta. E Leo? In cantina a 50,00! E Rushford? Non c’è, pensa tu la sorpresona... Dunque è vero, lassù comanda la NextGen del pallone!

E adesso, un viaggio nel tempo per andare a vedere quante promesse sfiorite nell’ultimo decennio. Vengono in mente i 100 milioni pagati dal Real per Gareth Bale,che sembrava la versione ’techno’ di Ronaldo: più veloce, più potente. Ce l’aveva quasi fatta, andando il gol due volte nelle finali di Champions, (anche in rovesciata) ma poi bruciato in fretta da infortuni e le personalità forti di CR7 e Benzema. Lo stesso O’Ney, atteso per una vita sul trono di Messi e ora che c’è Kylian neanche più re di Parigi. E Hazard? anche qui aspetta, aspetta, tra Chelsea e Madrid e anche qui gran giocatore ma per quei due lassù per carità.

E dove è finito il Paul Pogba della Juve, incartato tra prestazioni discutibilissime e continui litigi con gli allenatori? Eppoi ce ne sono di diamanti che non sono riusciti a incastonarsi nel diadema del pallone: Menez, Ben Arfa, Nasri, Gourcuff, James Rodriguez, Kroos, Pato e la lista continuatela voi, divertitevi. Ah sì, a proposito di Milano, poi c’è un certo Mario Balotelli. Che Roberto Mancini battezzò all’altezza di Quei Due. Poteva farcela, ma questa è un’altra storia che non vale più la pena di raccontare.