di Leo Turrini
La creatività appartiene al Dna dei Fenomeni. Ora, essendo indiscutibilmente un Fenomeno, il prode Aquaman di Carpi, noto all’anagrafe come Gregorio Paltrinieri, beh, ha semplicemente deciso di sparigliare. Ai Mondiali, sui 1500, il nostro Nettuno era schizzato in acqua in modalità siluro, via subito a tutta e arrivederci e grazie.
Qui, no. Per “qui” si intende la Roma di sirene e sirenette, bagnato teatro degli Europei di nuoto. Finale degli 800, gara che il mio figlioccio un po’ ama e un po’ no, sedotto come è addirittura dalle lunghe distanze là in mezzo al mare.
Ebbene, stavolta Greg è partito piano. Non dico in retromarcia, ma con una cautela che sembrava un invito alla presunzione degli avversari, il tedesco Mertens e l’ucraino Romanchuk.
Costoro, non so quanto ci abbiano creduto. Di sicuro immagino siano rimasti dannatamente sorpresi quando, verso metà gara, Paltrinieri ha tirato fuori le pinne. Dico, ha accelerato di botto e di brutto, lasciando una scia impossibile da seguire per avversari domati anche e soprattutto a livello psicologico.
L’EREDE. Quella scia è stata invece fonte di ispirazione per il minorenne cresciuto nel mito di Totti ma specchiandosi in acqua nella leggenda di Greg.
Con un finale da campione, Lorenzo Galossi è andato a mettersi una medaglia al collo. Lui andava ancora alle elementari quando Paltrinieri già vinceva titoli mondiali. Il Maestro ha trovato un allievo e anche questa è una splendida notizia.
“CHE BELLO QUI”. Tornando a Gregorio, si è goduto un trionfo popolare che in fondo gli mancava. La consacrazione davanti alla sua gente.
"Io ho nuotato ormai in tutte le vasche del mondo e ho vinto e ho perso ovunque - ha raccontato l’Aquaman di Carpi -. Ma una piscina come questa del Foro Italico è la più bella di tutte, trasmette una carica pazzesca, mentre nuotavo sentivo il rumore dei tifosi, è stata una emozione incredibile… ".
Facile immaginare ce ne saranno altre, di emozioni così. I 1500 subito, a cavallo di ferragosto. Poi il mare di Ostia. Poi, poi, poi…