Sabato 20 Aprile 2024

Goggia in lacrime, ora è corsa contro il tempo

Caduta sulla pista di Cortina, ha subito una distorsione al ginocchio, lesione del crociato e frattura del perone: "Voglio esserci ai Giochi"

di Doriano Rabotti

"Io a Pechino voglio esserci". Non dipende solo da lei, purtroppo. Ma Sofia Goggia si è asciugata in fretta le lacrime, ormai è allenata a stare su questa continua altalena del cuore, tra grandi gioie e grandi dolori che la vita sugli sci le ha regalato finora. Il giorno dopo aver superato Deborah Compagnoni per vittorie in Coppa del Mondo, nel SuperG di Cortina la Goggia è caduta e si è procurata quello che, dopo la risonanza magnetica eseguita alla clinica La Madonnina di Milano, si è rivelato un "trauma distorsivo al ginocchio sinistro, con una lesione parziale del legamento crociato già operato nel 2013, una piccola frattura del perone e una sofferenza muscolo tendinea".

Prima del verdetto dei medici e delle macchine, le ore erano passate lentissime, tra quella tremenda piroetta sulla neve della mattina e il bollettino medico del tardo pomeriggio. Tutti a guardare in cielo e ad aspettare la grande risposta: ce la farà a recuperare per le Olimpiadi, lei che è anche la portabandiera designata? La risposta è scritta nelle stelle del futuro e nella forza di volontà: bastasse quella, saremmo tutti sicuri di vedere la ventinovenne lombarda al cancelletto di partenza della discesa, in Cina, il prossimo 15 febbraio.

"Mi dispiace, è uno stop che non ci voleva in un momento così importante della stagione, ma già dalle prossime ore comincerò la fisioterapia per cercare di difendere il titolo olimpico nella disciplina che più amo", ha trovato la forza di dire all’uscita dalla clinica milanese. Obiettivo confermato dalla commissione medica della Fisi, presieduta dal dottor Andrea Panzeri.

Adesso non resta che aspettare, e sperare in un finale diverso. Perché la Goggia dal 2009 ha collezionato tante vittorie e quasi altrettanti infortuni gravi: siamo a nove, l’ultimo un anno fa a fine gennaio a Garmisch, quando cadde su una pista di servizio rientrando a valle dopo la cancellazione del superG e si ruppe il piatto tibiale destro, saltando i mondiali di...Cortina, perché il destino non fa mai le cose a caso.

A Pechino c’è un titolo olimpico da difendere, quello del 2018 in Corea, c’è un palmares personale di 17 vittorie e due coppe del mondo di discesa, c’è l’ennesima rivincita da prendersi contro il fato. Se la meriterebbe questa ragazza che ama le poesie di Keats, suona benissimo il pianoforte e adora i suoi animali, compresa la mucca a cui un anno fa riportò il campanaccio della vittoria da Crans Montana.

Nella stalla starebbe benissimo anche un regalo da Pechino.