Gli esempi veri sono altri

Doriano Rabotti

E se la smettessimo si guardarli come esempi? Se cominciassimo a pensare che essere grandi campioni non dà nessuna patente di superiorità fuori dal campo o dalle piste? Se ci limitassimo alla comprensibile voglia, da sportivi amatoriali, di imitarne il gesto tecnico, che sia una volée o un tiro ad effetto, cercando invece i modelli morali in figure più alla portata, nelle famiglie, nelle scuole, in parrocchia, in un vicino di casa?

Perché iniziano a essere un po’ troppi i casi di personaggi sportivi che non sono all’altezza del loro talento quando diventano ‘solo’ persone. Non c’è bisogno di andare indietro fino ad Armstrong o Maradona, basta guardare come si sono comportati nelle ultime settimane piloti di Formula 1, tennisti aspiranti martiri e bandiere no-vax come Djokovic, o un nazionale azzurro come Bonucci nel diverbio con il segretario dell’Inter.

Per una volta, invece di lasciarci guidare dai paraocchi del tifo che è il vero problema dello sport italiano, e forse non solo dello sport, non potremmo cominciare a considerare i nostri idoli per quello che sono?

Ovvero individui che hanno ricevuto un dono particolare nella loro disciplina, che probabilmente devono essere un po’ egoisti e feroci per essere vincenti, che hanno una forza interiore speciale, ma che poi possono commettere errori e raccontare balle come noi comuni mortali?

Forse staremmo meglio tutti.