Giovedì 18 Aprile 2024

Giro d'Italia 2019, le pagelle dopo la tappa 13

Il russo e il basco vedono premiato il loro coraggio e rimontano in classifica, i duellanti si fanno male solo a parole. Bocciati Lopez e Simon Yates, sorprende Sivakov

Ilnur Zakarin (LaPresse)

Ilnur Zakarin (LaPresse)

Ceresole Reale (Torino), 24 maggio 2019 - A festeggiare nella tredicesima tappa del Giro d'Italia 2019 sul Lago Serrù è Ilnur Zakarin, in fuga già dalla mattinata e vittorioso sull'inedito traguardo di Ceresole Reale. Un successo che gli consente di rientrare in classifica generale. Bene anche Mikel Landa, a +1'40'' sulla coppia Vincenzo Nibali-Primoz Roglic e 3' su un Simon Yates in crisi. Ma a tener banco, in giornata, sono soprattutto le schermaglie Nibali-Roglic. I voti di Angelo Costa: 10 a Zakarin. Entra nella maxifuga di giornata, garantendosi la possibilità di giocarsi la tappa nel finale. Non sbaglia nulla, sceglie il momento giusto per attaccare perché, a cinque chilometri dal traguardo, i suoi compagni d’avventura hanno le batterie scariche. Terzo in classifica, adesso viene il difficile: dimostrare di essere un vero outsider. 9 a Landa. Decolla a dodici chilometri dalla vetta finale, una distanza siderale non per chi è abituato a confrontarsi con le montagne più dure. Ribadendo di essere il miglior scalatore in circolazione, è quello che si riavvicina di più al vertice della classifica: resta da vedere se di qui in poi gli lasceranno tanto spazio. 8 a Sivakov. Nel giorno in cui il suo gemello Geoghegan Hart si ferma in lacrime dopo una caduta, il russo che ha messo tutti in fila al Tour of the Alps alza la cresta: resta sempre a contatto con Nibali e Roglic, cede qualcosa nel finale, ma porta a casa la maglia di miglior giovane, promettendo di confermarsi alla prossima occasione. 7 a Polanc. L’altro protagonista del Giro di Slovenia è bravissimo nel difendere la sua maglia rosa: si stacca in salita, rientra in discesa, si batte con grande lucidità sulla salita finale, pensando solo a limitare i danni. Riuscendoci, ha pure l’occasione per regalare la miglior battuta della settimana: ‘Due giorni in rosa sono meglio di uno’. 6 a Roglic e Nibali. Chiudono in pareggio, facendosi la guerra solo a parole: il siculo non le risparmia in corsa e nemmeno dopo, dicendo al rivale che correndo così non vincerà il Giro. Che il modo di muoversi dello sloveno non piaccia a Nibali è evidente, adesso ha un paio di tappe davanti per farglielo capire in bici. 5 a Lopez. Ha un problema conclamato: fora sempre nel momento sbagliato. Come nella crono, deve rincorrere il tempo perso, oltre che i rivali. Arriva quasi in scia a Roglic e Nibali, ma appena loro cambiano passo paga dazio alla fatica. Ha la squadra più forte, gli serve più fortuna: rimettere in piedi il Giro sarà la sua vera impresa. 4 a Simon Yates. Come nella crono di San Marino, denuncia limiti anche in salita anche nel primo tappone: sulla salitona finale, scende subito dal vagone di testa, pensando da lì in poi di limitare i danni. Incassa altri due minuti da Roglic e Nibali, finendo lontano dal siculo e lontanissimo dallo sloveno: era sicuro di poter vincere il Giro, rischia di spegnersi ancora dopo due settimane. Giro d'Italia 2019, la tappa 14. Orari tv, percorso e favoriti.