Giro d'Italia 2017, per il Centenario tappe in tutte le regioni

Si punterà ad avere al via il meglio del nostro ciclismo, vale a dire Nibali e Aru, non più compagni ma rivali, più un grande nome come Froome

Il plotone al Giro d'Italia (AFP)

Il plotone al Giro d'Italia (AFP)

Bologna, 31 maggio 2016 - Tra tanti tifosi che lo hanno spinto nella straordinaria rimonta al Giro, Vincenzo Nibali ne ha avuto uno speciale: Matteo Renzi.

Del premier nessuna traccia a Torino, dove sarebbe stato bello vederlo consegnare la maglia rosa ad un grande italiano: scene così forse continuerà a regalarle solo il Tour. Ma il presidente del consiglio è stato ugualmente una presenza costante per il siculo: «Mi ha chiamato dopo la vittoria, ma anche nei momenti di difficoltà: da lui sono arrivati sempre messaggi di sostegno, a volte persino con simpatiche faccine», la rivelazione a RadioRai2 di un Nibali che domani vivrà a Roma una giornata istituzionale: al Quirinale è atteso dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, poi potrebbe esserci l’abbraccio con Renzi, al quale due anni fa regalò la maglia gialla dopo la vittoria al Tour.

Mentre Nibali viene festeggiato dai vertici dello Stato, il Giro si gode un’edizione di successo: dalla partenza in Olanda fino al sorprendente finale sulle montagne piemontesi, ad accompagnare la manifestazione è stata una folla immensa. Una soddisfazione che accompagnerà l’organizzazione verso il prossimo anno, nel quale c’è un motivo in più per far bene: quella del 2017 sarà l’edizione numero 100 della corsa rosa.

Nella testa del direttore Mauro Vegni c’è un’idea primaria: disegnare un vero e proprio Giro dell’Italia, toccando tutte le regioni. Si dovrebbe cominciare sulle isole, Sicilia e Sardegna, per poi risalire verso il Nord, senza perdere le caratteristiche tecniche che già quest’anno hanno dato un ottimo sapore alla gara.

Ma il vero sforzo, la Rcs proverà a farlo nel coinvolgere il maggior numero di campioni: si punterà ad avere al via il meglio del nostro ciclismo, vale a dire Nibali e Aru, non più compagni ma rivali, più un grande nome come Froome. Come premesse, niente male.