Giro dei Paesi Baschi, stoccata di Roglic a Bilbao. E Contador cade ancora

Colpo da finisseur per lo sloveno venuto dal salto con gli sci, terzo il nostro Visconti mentre De la Cruz resta leader. Altre due scivolate per il Pistolero, che arriva acciaccato alla due giorni decisiva

L'assolo di Primoz Roglic a Bilbao (foto di Luis Angel Gomez)

L'assolo di Primoz Roglic a Bilbao (foto di Luis Angel Gomez)

Bilbao (Madrid), 6 aprile 2017 - Quando l'anno scorso ha sfiorato la maglia rosa al prologo del Giro d'Italia era un perfetto sconosciuto, e la sua vittoria una decina di giorni più tardi alla cronometro del Chianti era stata comunque una sorpresa clamorosa. Ma con la conquista della Volta ao Algarve, alla fine dello scorso febbraio, Primoz Roglic è uscito definitivamente allo scoperto, accreditandosi come uno dei nomi nuovi per le piccole (e magari, anche per le grandi) gare a tappe. Ecco perché la stoccata con cui oggi ha attaccato a 2,8 km dall'arrivo di Bilbao per andare a vincere la quarta tappa del Giro dei Paesi Baschi, conservando un vantaggio minimo sul gruppo inseguitore tirato dal leader della corsa in persona, merita senza ombra di dubbio di venire archiviato alla voce "colpi da finisseur", merce sempre più rara nel ciclismo contemporaneo.

Il 27enne sloveno venuto dal salto con gli sci ha anticipato di 2" un drappello di una trentina scarsa di corridori regolato dall'ex leader Michael Matthews davanti al nostro Giovanni Visconti, e comprendente anche il vincitore di ieri David de la Cruz, che ha così difeso la maglia amarillo per appena un secondo nei confronti di Roglic. Da segnalare i 10" patiti da due aspiranti al successo come Sergio Henao e Romain Bardet, che tuttavia potrebbero essere condonati dalla giuria in considerazione della caduta che ha spezzato il gruppo ad un paio di chilometri dall'arrivo. Per lo stesso motivo Alberto Contador dovrebbe vedersi cancellato il 1'27" accusato sulla linea d'arrivo, perché pure il Pistolero è rimasto intruppato nel groviglio finale.

Ennesima giornata storta per il fuoriclasse madrileno, caduto anche ad una trentina di chilometri dell'arrivo e che il terreno l'aveva già assaggiato pure nelle ultime battute della prima tappa, lunedì scorso a Sarriguren. Per un motivo o per l'altro, da qualche stagione a questa parte non si contano le cadute più o meno gravi che hanno visto suo malgrado protagonista Alberto Contador: i capitomboli più celebri sono quelli che gli sono costati i ritiri dai Tour de France del 2014 e del 2016 ma, per restare alla scorsa stagione, anche la Vuelta a España era stata funestata da un paio di scivolate di troppo. Perfino in occasione del suo ultimo successo al Giro d'Italia, nel 2015, un capitombolo in quel di Jesolo era costato ad Albertino la perdita momentanea della maglia rosa, sia pure prontamente recuperata all'indomani nella cronometro di Valdobbiadene in cui mise all'angolo Fabio Aru e tutti gli altri; e se vogliamo tornare ancora più indietro, il tentativo di accoppiata Giro-Tour del 2011 era stato pregiudicato sul nascere proprio da un ko nella prima frazione della Grande Boucle, quella che si concludeva sul Mûr de Bretagne, che si sarebbe fatto ricordare nel fisico del Pistolero sottoforma di un fastidioso dolore al ginocchio per le tre settimane successive.

Insomma, se è vero che bastano due indizi a fare una prova e che qui gli indizi sono almeno una mezza dozzina, è di tutta evidenza come il vero limite di Contador negli ultimi anni sia stata una perdita di confidenza con il mezzo, perché di fronte ad una tale ricorrenza di incidenti non si può parlare di semplice sfortuna. Sempre che rimanga in piedi e che abbia smaltito le ultime botte rimediate (e le prime impressioni non sono incoraggianti«È stata una brutta caduta, la notte non sarà facile» le dichiarazioni rese a caldo dal diretto interessato), Contador domani è comunque tra i favoriti dell'arrivo al Santuario di Arrate che lo scorso anno celebrò l'eccezionale cavalcata solitaria del piemontese Diego Rosa, assente a questa edizione, e che con ogni probabilità lascerà un solco significativo sulla classifica di questa Vuelta al País Vasco ancora cortissima: De la Cruz conduce infatti con 1" su Roglic e 3" su tutti gli altri big, a cominciare da Kwiatkowski e Valverde. Mettetevi comodi, perché nelle due tappe che ci separano dalla conclusione può ancora succedere di tutto.