Giro d'Italia 2019, le pagelle dopo la tappa 12

Nibali sempre presente, Roglic va a spasso. Il siculo sceglie una tattica di controllo prima dei tapponi, lo sloveno sprizza salute. L'Astana resta il team più solido in una Cuneo-Pinerolo che celebra Coppi con i gregari

Nibali durante la 12esima tappa del Giro d'Italia (Ansa)

Nibali durante la 12esima tappa del Giro d'Italia (Ansa)

Pinerolo, 23 maggio 2019 - Dopo la vittoria del gregario Cesare Benedetti nella 12esima tappa, da Cuneo a Pinerolo, Conti abdica e Jan Polanc è la nuova maglia rosa. Nella tappa che conserva il ricordo dell'impresa di Fausto Coppi, 70 anni fa, a occupare i primi due posti della classifica generale sono altrettanti corridori sloveni: Polanc, appunto, e Primoz Roglic.  Di certo nelle prossime tappe ci sarà da divertirsi: Vincenzo Nibali, Mikel Landa e Richard Carapaz sono pronti a dare battaglia per colmare il divario da Roglic, attualmente secondo in classifica, ma primo fra gli atleti di spicco. Ma vediamo le pagelle

Aggiornamento: impresa Zakarin al Lago Serrù. La classifica aggiornata di ANGELO COSTA  10 a Benedetti. Si regala un giorno da vincente dopo anni passati ad aiutare gli altri a vincere. Riceve carta bianca dalla squadra e la usa per scrivere la pagina più bella della carriera: tiene duro sull’ultimo strappo dopo la sfuriata di Brambilla e Capecchi, rientra in discesa e fulmina tutti con uno sprintone. Dice "Questa vittoria non mi cambia la vita": di sicuro è un premio all’umiltà e alla serietà. 8 all’Astana. Promette di cominciare il suo Giro e lo fa davvero: lancia Lopez in salita con Hirt, lo fa accompagnare da Boaro in pianura e alla fine gli mette a disposizione anche Cataldo, fermandolo quando si sta andando a giocare la tappa con Benedetti e gli altri. Il team kazako strappa mezzo minuto ai big, dimostrando di avere una forza di gruppo che tanti favoriti si sognano. 7 a Nibali. Ogni volta che in salita qualche rivale si agita, è tempestivo nel replicare. Si limita ad azioni di controllo, lasciando il peso della giornata al compagno Caruso, che ne approfitta per arrivare fino in fondo con la fuga, ma il segnale è ancora buonissimo: assomiglia molto a una prova generale in vista del primo e imminente arrivo in quota. 6 a Roglic. Fa lo spettatore, guardando i suoi rivali che provano a stuzzicarlo. E’ anche un po’ strafottente, perché mentre quelli provano a inseguire Lopez e Landa in pianura, lui si accontenta di restare in scia. Ogni volta che si muove, però, pedala con una facilità persino imbarazzante: sarà per questo che perfino il grande Merckx lo battezza come favorito per l’albo d’oro. 5 a Brambilla. Protagonista della fuga di giornata, è il più tarantolato sulle salite: passando primo sul Montoso, soffia la maglia degli scalatori al compagno di stanza Ciccone. E’ decisamente il più in palla di quelli che sono davanti e lo conferma sullo strappo finale a Pinerolo, andandosene con Capecchi: non sfrutta l’occasione, permettendo a Benedetti di portargli via una tappa che sembrava vinta. 3 a Formolo. Non benissimo nelle due crono, sulla prima montagna si fa sorprendere dai big di classifica, restando dietro con la maglia rosa ad inseguire. Alla vigilia del trittico di tappe che cambieranno il Giro, segnala di non essere cambiato: anche in questo Giro, chi l’ha pronosticato fra gli outsiders è destinato a ricredersi. 2 alla Cuneo-Pinerolo. Neppure parente della tappa consegnata alla leggenda da Coppi settant’anni fa (all’epoca c’erano cinque montagnoni da scalare), questa verrà archiviata come la festa nazionale dei gregari: sia Benedetti che Polanc, la nuova maglia rosa, sono abituati ad aiutare gli altri. Aiuterà anche una tappa così: a non fidarsi solo delle etichette.