Gimbo, medaglia e anello nella notte d’oro

Trionfo sotto il diluvio e oltre i guai fisici per Tamberi, con dedica alla futura moglie Chiara. Cancellata la delusione dei Mondiali

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di Paolo Grilli

La classe non è acqua. E’ molto più forte del diluvio. Gimbo Tamberi vola a 2,30 in una serata tempestosa che sembrava già maledetta. Trionfo europeo, il secondo dopo quello del 2016, e una poderosa conferma un anno dopo l’oro olimpico e nuovi guai fisici.

Una gara soprattutto di nervi, quella di ieri all’Olympiastadion di Monaco. Con una patina umida sulla pedana a far scivolare le certezze di tutti gli atleti, di chi deve spiccare il volo verso un cielo plumbeo. I tedeschi non vanno per il sottile. Alle 19.45, vista la minaccia di temporale, l’organizzazione sospende le gare e manda pure fuori dallo stadio il pubblico, che può disporre disporsi all’esterno dell’impianto, sotto le enormi vele di vetro, per ripararsi da una grandine che poi nemmeno arriverà. Si comincia un’ora dopo.

Gimbo sembra quello di Tokyo. L’istinto agonistico lo porta a superare alla prima prova i 2,18 che subito condannano Fassinotti all’uscita di scena. Stesso, imperioso decollo ai 2,23 e ai 2,27 mentre gli avversari piano piano si defilano, frenati anche dal freddo. Come Carmoy e Przybylko. Potye fa paura, caricato dal tifo di casa: ma dopo il percorso netto si arena ai 2,30 che sono anche il suo personale. Anche Gianmarco fallisce la prima prova. Poi l’exploit che consegna il successo del riscatto. Anche Protsenko si arrende, provando anche inutilmente un 2,32 che avrebbe ribaltato tutto.

C’era comunque bisogno di una gara così. Questo oro cancella il dolore per quel quarto posto ai Mondiali che non aveva reso giustizia al campione olimpico tormentato da nuovi problemi alla gamba di stacco. Tutto spazzato via dal suo talento.

Gimbo dedica vittoria a Chiara,l sua futura sposa, e non contento dell’oro tenta anche un 2,33 ormai di contorno a trionfo acquisito. Sarebbe stato il suo primato stagionale, eguagliando la prestazione – con sole e asciutto – di Eugene.

L’Olympiastadion manda a tutto volume "Bello e impossibile" di Gianna Nannini ed è la festa per gli azzurri.

Tamberi è tornato nel momento più importante. Le sensazioni erano buone, anzi ottime, già dalle qualificazioni. In gara tutto si è infilato nel migliore dei modi. Il suo carisma ha lentamente consumato tutti gli avversari, più che le qualità atletiche e tecniche che sono tornare a brillare.

Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare, diceva John Belushi. Chissà se Gimbo imprimerà questa frase da qualche parte. Magari sul gesso che aveva sventolato a Tokyo, dopo un trionfo che non poteva essere l’ultimo.