Mercoledì 24 Aprile 2024

Gigio e Ibra per la nuova scossa al Milan

Rossoneri frenati ma ancora primi con le prodezze di Donnarumma e i gol dei difensori: Pioli con lo svedese potrà rilanciarsi

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di Luca Talotta

Una Milano a così alti livelli non la si vedeva da parecchio. Ma per ritrovare un Milan così competitivo bisogna tornare indietro di quasi dieci anni, a quel 20102011 che finì con la vittoria dello Scudetto. Ma ora, dopo i 24 risultati utili consecutivi in campionato, bisogna guardarsi dal ritorno dei cugini nerazzurri 1. SUPER DONNARUMMA

Uno dei punti di forza di questo Milan è sicuramente Gigio Donnarumma. Il giovane estremo difensore rossonero, classe 1999, è a tutti gli effetti una delle certezze di questo giovane Diavolo; perché ogni volta che viene chiamato in causa, risponde sempre presente. È capitato contro la Fiorentina, quando ha chiuso la porta ai viola con due interventi super; ed è capitato anche contro Parma e Genoa, dove i suoi interventi prodigiosi sono valsi il pareggio finale. Come se, a 21 anni, l’esperienza gli permettesse di atteggiarsi quasi da veterano. C’è da rinnovare il contratto, urge farlo il prima possibile.

2. IL RITORNO DI IBRA

E’ rimasto anche fin troppo, Ibrahimovic. La sua voglia di dimostrare di essere ancora decisivo, all’alba dei 40 anni, lo porta a risultati incredibili; come i dieci gol finora realizzati in sole sei gare disputate, un ruolino di marcia da record. E il suo obiettivo è chiaro, riportare il Milan lì dove nessuno è riuscito da qui a dieci anni orsono. Rivedere un Diavolo vincente, capace di impartire lezioni di calcio in Italia ed in Europa. Già, la Champions League: la qualificazione alla coppa più prestigiosa metterebbe la parola fine anche a tutti i dubbi che lo svedese nutre per un eventuale rinnovo del contratto in scadenza a fine stagione. Intanto, solo oggi si saprà se Ibra potrà tornare domenica col Sassuolo.

3. LA COOPERATIVA DEL GOL

Manca Ibrahimovic, Rebic non punge da centravanti, Leao si adatta con difficoltà. Risultato: segnano gli altri. Non è un dato banale, perché nelle ultime due gare sono andati a segno tre difensori: Theo Hernandez contro il Parma (doppietta per il laterale francese), Calabria e Kalulu contro il Genoa. Senza dimenticare che quella rossonera è una vera e propria cooperativa del gol. Anche quando manca il già citato Ibrahimovic: 12 i giocatori andati a segno nelle 11 partite in cui è mancato lo svedese. Perché i già citati Calabria e Kalulu si sono aggiunti ai vari Colombo, Castillejo, Calhanoglu, Saelemaekers, Diaz, Hauge, Leao, Romagnoli, Kessie e Theo Hernandez. Il Milan, in sostanza, ha fatto 13 (marcatori differenti).

4. LA GAMMA DI TREQUARTISTI

Il 4-2-3-1 di Stefano Pioli lascia molta libertà di manovra ai trequartisti. Ed è proprio a partire dalla loro verve che il Milan potrebbe giocare le sue carte future. Detto che i tre titolari appaiono Saelemaekers, Calhanoglu e Rebic, dietro di loro ci sono altri quattro atleti che scalpitano per avere la propria chance: da Castillejo a Brahim Diaz, fino a Hauge e Maldini che finora ha avuto poco spazio.

5. LA VOGLIA DI TORNARE GRANDI DOPO ANNI BUI

La voglia di tornare grandi, dopo annate anonime e passate alla storia più per questioni extracampo che per quanto fatto di buono. C’è voglia di voltare pagina, di tornare a viaggiare ad alti livelli. Uno stimolo per una formazione che, di fatto, è composta da tanti ragazzi che finora non hanno mai vinto nulla. E che hanno voglia di imporsi nel calcio che conta.