Giovedì 25 Aprile 2024

Giappone-Croazia, al mondiale un derby dal sapore interista

Nagatomo è il trascinatore dei Samurai che cercano i quarti sfidando. Brozovic, Perisic e Kovacic

di Mattia Todisco

Giappone-Croazia è la saga degli ex interisti. Se n’è salvato uno solo, dalla diaspora, ed è Marcelo Brozovic. Rischiò seriamente di lasciare Milano in un gennaio del 2018, quando le altalenanti prestazioni ne consigliarono una serena uscita di scena in direzione Siviglia. Alla fine Spalletti (allora tecnico a Milano) e la società stopparono tutto per non impoverire numericamente la rosa a centrocampo e l’allenatore di Certaldo decise di tentare una possibile svolta: il croato comincia la metamorfosi in regista e non esce più, diventando uno dei più forti interpreti in Europa. Negli anni ha perso qualche collega per strada. Nello stesso inverno Yuto Nagatomo lasciò i nerazzurri, lui per davvero, raggiungendo il Galatasaray, quindi l’Olympique Marsiglia e da un anno e mezzo l’FC Tokyo. Oggi è un veterano dei nipponici, conosciutissimo in Asia, simbolo di una squadra che corre a perdifiato fino all’ultimo metro e che per ragioni di millimetri (quelli che la tecnologia ha certificato come sufficienti per considerare dentro il pallone poi trasformato nel 2-1 alla Spagna) si trova a fronteggiare oggi la Croazia negli ottavi di finale di Qatar 2022. Sulla stessa corsia ci ha messo un po’ di più a lasciare l’Inter un altro senatore, ma di sponda opposta nella sfida delle 16, come Ivan Perisic.

È stato via solo un anno per tentare una fortunata esperienza al Bayern Monaco, ha vinto tutto ed è tornato convinto di poter fare quello che gli chiedeva Conte: fare l’esterno a tutta fascia. Raggiunta una consapevolezza dei suoi mezzi mai avuta in carriera, anche per via dei tanti trofei alzati nel mentre, Perisic è ancora un cardine della sua nazionale e sta cercando di diventarlo al Tottenham, dove ha seguito l’ex ct azzurro. L’ultimo della lista dei "fu nerazzurri" è Mateo Kovacic. Oggi ha 28 anni, ha vinto quattro Champions (alle tre col Real ha contribuito più dalla panchina che dal campo). Ha una bacheca che nella Croazia può vantare solo Modric, suo compagno alle merengues. L’Inter lo vendette bene, ma un rimpianto resta. Perché il ragazzo fu scoperto quando non lo conosceva quasi nessuno e a Milano ha mostrato poco di quel che si è visto più avanti. Anche a lui hanno fatto molto bene le vittorie. Anche lui ne cerca altre in Qatar.