Mercoledì 24 Aprile 2024

Giallo Lotito, chiama Immobile che torna a casa

La Nazionale prima di tutto. Ma la Nations sta facendo strage di giocatori. Troppe gare e Ciro è fermato sulla scaletta dell’aereo

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di Paolo Franci

Il giallo di Ciro Immobile, che arriva sotto la scaletta dell’aereo in partenza per l’Ungheria a Malpensa e poi non parte con gli azzurri, ripropone un classico insoluto tra Nazionale e club. E cioè: la maglia azzurra prima di tutto ? A prescindere da rischi e ’usura’ dei calciatori? Oppure i club hanno le loro ragioni nel sacramentare per i i pericoli di infortunio per i loro ’investimenti’ che vanno in Nazionale, fino al punto di arrivare a qualche invasione di campo nell’azzurro?

Dovessimo cedere alla facile retorica diremmo che l’azzurro, la Nazionale che rappresenta il Paese, l’inno di Mameli cantato a squarciagola siano sovrani su ogni mondo conosciuto e sconosciuto. E’ però giusto non tenere in considerazione la posizione dei club che i campioni della Nazionale li pagano profumatamente, consentendo loro di presentarsi in maglia azzurra nelle migliori condizioni possibili? Si dirà: certo, però quanto si è impennato il valore di Raspadori anche a livello internazionale dopo quel magnifico gol agli inglesi? E quanto, avere in squadra dei nazionali, oltre ad aumentare le performance della squadra porta vetrina al club?

Tutto vero, però poi c’è il calcio moderno, così come ce l’hanno infilato nelle case attraverso la tv. E non solo. Un calcio pieno di competizioni internazionali per club lunghe, sfibranti, imbottigliate a forza in mezzo alle giornate di campionato e le soste delle nazionali, anch’esse impegnate in discutibili tornei.

Un passo indietro. Immobile non sta bene, ha un’edema sul bicipite femorale della coscia destra. I medici della Nazionale gli danno il via libera per aggregarsi al clan azzurro e partire per l’Ungheria. L’idea è verificarne le condizioni tra ieri sera e stamane e capire se può essere della partita, magari non dall’inizio. Immobile è felice, ci tiene. Però, ad un certo punto squilla il cellulare del giocatore. E’ il presidente Claudio Lotito che parla con Immobile e gli esprime i suoi dubbi sul rischio ddi un ipotetico infortunio e dunque il danno eventuale per la Lazio alla ripresa del campionato. Da lì, sarebbe partito un consulto tra lo staff medico laziale, quello azzurro e a livello dirigenziale, fino alla decisione di non far partire Ciro. Il punto è che Ciro arriva fin sotto la scaletta dell’aereo, guarda il cellulare e legge qualcosa mentre gli arriva la notizia che, no, dietro-front, non parte più e torna a Roma.

Della decisione, correttamente, se ne assume la responsabilità la Figc: "Il ct, pur apprezzando la disponibilità del calciatore, constatato quanto emerso dagli accertamenti strumentali, ha scelto di lasciar tornare il centravanti azzurro al club di appartenenza...". La riflessione è diretta: ha torto un presidente di club che pretende non si rischi la salute di un suo giocatore? E’ un peccato preoccuparsi per un eventuale infortunio che potrebbe metterlo fuori gioco in campionato? E lo è in questo calcio in cui la sacra e irreversibile legge dei club c’è stata imposta negli ultimi decenni, alla faccia dell’ inno di Mameli? Quesiti che restano in sospeso, mentre Ciro se ne torna a casa.