Giovedì 18 Aprile 2024

Gazprom, la squadra fantasma Anche sette italiani giù dalla bici

Tutto il team russo non può più correre, carriere a rischio. Giro, oggi il durissimo esame Mortirolo

di Angelo Costa

C’è una squadra che continua a battersi anche quando il Giro d’Italia tira il fiato in vista dei montagnoni: è la Gazprom Rusvelo, formazione russa che a inizio marzo si è vista revocare la licenza dopo l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin. Così ha deciso l’Uci, seguendo le direttive del Cio, creando un evidente paradosso: da due mesi e mezzo, i sette ciclisti italiani e quelli di altri Paesi (Spagna, Repubblica Ceca e Costarica) di questa squadra non possono correre, mentre i russi delle formazioni d’elite sono regolarmente in gara.

Inutili fin qui proteste e proposte: i vertici mondiali della bici non hanno accolto né l’idea di lasciar gareggiare questi atleti con una maglia neutra né di concedere la deroga a chi potrebbe finire in altri team. Mentre i dirigenti russi si sono rivolti al Tas, i ciclisti cominciano ad alzar la voce: al Giro c’è chi corre con un braccialetto blu con scritta la domanda "Perché?" e il giorno di riposo diventa l’occasione per riflettere.

"Dal primo giorno abbiamo provato a favorire il dialogo fra Uci e squadra per trovare una soluzione, purtroppo senza successo. I 21 corridori coinvolti sono assolutamente contrari ed estranei alla guerra, ma ne pagano le conseguenze: se la federazione internazionale non interviene subito, saranno costretti a chiuder la carriera", dice Gianni Bugno, leader del Cpa, il sindacato mondiale dei ciclisti, ricordando che questa vicenda coinvolge 53 famiglie fra atleti e personale. Al fianco dei corridori, pronti a forme di protesta più dure (Marco Canola, già vincitore di una tappa al Giro, chiede le dimissioni del presidente Uci Lappartient), si schiera anche il direttore della corsa rosa, Mauro Vegni, con un commento lapidario: "Questa situazione è eccezionale e andava valutata in maniera eccezionale".

Oggi il Giro imbocca l’ultima settimana col primo severo esame di montagna (e col cattivo tempo in arrivo): il tappone dell’Aprica propone Mortirolo e Santa Cristina, menu da scalatori veri.

Classifica dopo 15 tappe: 1) Carapaz (Ecu, Ineos) in 63h 06’ 57’’, 2) Hindley (Aus) a 7’’, 3) Almeida (Por) a 30’’, 4) Landa (Spa) a 59’’, 5) Pozzovivo a 1’01’’, 6) Bilbao (Spa) a 1’52, 7) Buchmann (Ger) a 1’58’’, 8) Nibali a 2’58’’, 9) Lopez (Spa) a 4’04’’, 10) Martin (Fra) a 8’02’’, 11) Valverde (Spa) a 9’06’’.