Giovedì 18 Aprile 2024

Ganna vuole passare col giallo Il Tour scopre la paura del Covid

Prima tappa a cronometro in Danimarca, l’azzurro favorito. Ma iniziano i forfait dopo le prime positività

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di Angelo Costa

C’è uno scomodo compagno di viaggio per il Tour che scatta oggi: è il popolare Covid. In Svizzera ha spedito a casa mezzo gruppo compreso il leader della corsa, qui alla vigilia ha fermato tecnici e corridori compresi i nostri Trentin e Battistella e minaccia di lasciare altri segni, pure sulla classifica. Verrà marcato da vicino come nel lockdown (bolle per le squadre, test nei giorni di riposo per i ciclisti e più frequenti per gli staff), chi verrà trovato positivo farà le valigie: più che i tapponi, potrebbero i tamponi.

C’è un candidato designato alla prima maglia gialla, assegnata da una crono: è Pippo Ganna, il miglior italiano del momento. Ne ha i titoli: dal 2020 in qua ha centrato tutti i suoi bersagli importanti, due mondiali di specialità e le cinque crono dei due Giri d’Italia corsi. Da debuttante ci riprova in Francia, anzi in Danimarca, dove la Grande Boucle inaugura la prima di tre partenze consecutive dall’estero (Paesi Baschi la prossima, poi quasi sicuramente Italia con Firenze e l’Emilia Romagna nel 2024): sui 13 piattissimi chilometri nel cuore di Copenaghen lo attende il fenomenale belga Van Aert, che il missile azzurro nelle prove contro il tempo ha trasformato in eterno secondo. Poi ci sono gli svizzeri Bissegger e Kung, fra i padroni di casa Bjerg: se Pippo nostro è in giornata, non c’è storia. Con Ganna, l’Italia gioca subito il jolly: dagli altri tredici della risicata spedizione tricolore ci si aspetta solo qualche giornata di gloria. Sulla classifica meglio non far troppo conto: ci proverà Damiano Caruso, sfidando ancora la sua età (34 anni) e altri fastidi, come la perquisizione effettuata ieri all’alba al suo team, la Bahrain, per un’indagine francese che in un anno non ha ancora dato risultati.

C’e’ un candidato unico per l’albo d’oro: è Tadej Pogacar, sloveno di 23 anni che ha vinto gli ultimi due Tour. In bici è tanto prodigioso quanto insaziabile: presentarsi e vincere è il suo schema fisso. A tentare di fermarlo sono i due che ha già battuto: il connazionale Roglic e il principino danese Vingegaard, entrambi nella stessa squadra. Poi ci sono il vecchio Thomas, il colombiano Martinez, il russo Vlasov al quale sorprendentemente non è stato imposto alcuno stop per via della guerra, e il francese Bardet.

C’è anche qualche illustre assente in questo Tour. Su tutti, i convalescenti Bernal, vincitore tre anni fa, e Alaphilippe, il campione del mondo. Ai francesi mancherà l’ultimo connazionale in giallo (dal 2019 ha sempre vestito la maglia di leader), anche se a loro manca soprattutto il Tour, che non vincono da quasi quarant’anni: sono ancora fermi al 1985 di Hinault. Manca pure Cavendish, che un anno fa aveva vinto quattro tappe eguagliando il primato di successi di giornata di Merckx: lasciandolo a casa, il suo team belga ha evitato al Cannibale di rimetterci un record.