Figli e nipoti d’arte crescono, ai confini del mondo. Dalla Colombia e dalla Lettonia arrivano storie incoraggianti per il futuro del nostro sport, dal judo all’atletica. E sono storie che hanno per protagonisti cognomi già noti. Giacomo Gamba è il figlio di Ezio Gamba, un numero storico del judo italiano, campione olimpico a Mosca 1980 e poi diventato anche cittadino russo (fu Putin in persona a consegnargli la cittadinanza).
Ieri con quattro vittorie Giacomo ha vinto l’European Open a Riga nella categoria 81 kg. 23 anni, il Carabiniere bresciano ha battuto il lettone Ivans Mihalovs, gli israeliani Guy Kochav e Yaheli Lavi ed in finale il tedesco Lukas Vennekold. E’ una bella vittoria che oltre a riportare all’onore delle cronache un cognome storico del nostro sport, risarcisce il figlio d’arte che l’anno scorso ha dovuto fare i conti con due mesi di stop a causa della mononucleosi.
"Sono davvero molto soddisfatto – ha detto Luigi Guido, responsabile tecnico dei Carabinieri –. Giacomo ha fatto una gara caparbia, non ha mai perso la bussola".
In Colombia invece sabato è arrivato l’oro mondiale under 20 nel lancio del martello per Rachele Mori, capace di battere anche le intemperie perché la sua finale è stata interrotta per quattro ore a causa della pioggia. La livornese ha vinto con la misura di 67,21 metri. 19 anni, tesserata per le Fiamme Gialle, Rachele è nipote di di Fabrizio Mori che fu campione del mondo assoluto a Siviglia nel 1999 nella gara dei 400 ostacoli. Per il settore azzurro è un momento magico, solo pochi giorni fa Sara Fantini a Eugene era arrivata quarta.
A Cali, nei mondiali under 20, bronzo per Marta Armani nel salto in lungo, con il primato personale di 6,52 metri, dietro la colombiana Natalia Linares e la medaglia d’oro della bulgara Plamena Mitkova (6,66 metri).