Frappart porta il calcio in una nuova era

Primo arbitro donna nel torneo più importante: svolta storica nella serata dei 750 gol di Ronaldo. Juve: facile 3-0 sulla Dinamo Kiev

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di Paolo Grilli

Non ce ne vorrà Stephanie Frappart, ma ieri proprio non si è notata sul campo dello Stadium. Ed è il miglior complimento che ogni arbitro vorrebbe sempre sentirsi fare, in special modo se la partita che ha diretto è come un esame davanti al mondo intero. La prima donna della storia ad arbitrare un match di Champions se l’è cavata alla grande. Nessuna svista a innescare discussioni, nessun protagonismo. E Juve-Dinamo non era certo una partita qualsiasi. Precisa e decisa, atleticamente preparata: chapeau per la 36enne francese, che aveva dimostrato le proprie capacità in Ligue 1, in Europa League e nella finale di Supercoppa europea dell’anno scorso.

Gara non nervosa, quella di ieri a Torino, vista la disparità di obiettivi tra le due squadre. Ma, si sa, il caso può governare ogni momento del calcio, che sia per il fatto che la palla è rotonda o meno. E la Frappart ha risposto nel migliore dei modi a tutte le situazioni che la partita metteva sul tavolo. Si guardi al giallo preso in avvio da Bentancur: sacrosanto, ma poi non è da tutti sfoderare il cartellino a inizio partita. Lei l’ha fatto e nessuno, l’uruguaiano compreso, ha osato protestare. Idem con Zabarnyi poco dopo. Non è mancato poi un gesto eloquente rivolto a Bonucci come per dire "calma" quando il bianconero aveva eccepito in merito a una decisione. D’accordo che non c’erano spettatori, ma redarguire ‘Bonny’ nel suo stadio, dove è padrone di casa, è un bel segnale di personalità. Ma poi il fischietto francese non ha neppure rinunciato a sorridere dialogando coi giocatori quando il match lo consentiva. Come per non prendere ulteriormente sul serio un impegno che già serissimo lo era di suo. Altra nota di merito: un solo consulto col Var in 90 minuti (per poi convalidare il gol di Ronaldo), ed è quasi un record. Ce ne fossero di arbitri come la Frappart: una francese che dirige all’inglese, facendo giocare e stangando solo chi se lo merita.

Quanto alla partita, finalmente una Juve sul velluto che dribbla dubbi e rimpianti. Che siano andati in gol Ronaldo e Morata non è ormai più una notizia, è invece la rete di Chiesa a confortare come non mai il Pirlo del post Benevento. Federico ha confezionato una prestazione tutta strappi e assist in cui il gol è stata la ciliegina. La Signora ha avuto giusto un paio di fasi di relativo affanno contro gli ucraini, ma ha saputo far viaggiare di più pallone e idee in campo, sempre col 4-4-2 che si trasforma in 3-4-1-2 in possesso. E negli undici non c’erano Cuadrado, Kulusevski, Arthur, Rabiot e Dybala. Per il primo posto del girone servirebbe una vittoria con almeno due gol di scarto dal 3-1 in su a Barcellona: assomiglia molto a un’utopia, ma la Signora ha ritrovato il sorriso.