Lapo Elkan: "La Ferrari deve tornare a dare emozioni. Soffro come tutti i tifosi"

"Anche mio fratello John soffre, non possiamo rassegnarci all’idea che il Cavallino non stia lottando per vincere"

"La Ferrari deve tornare a dare emozioni"

"La Ferrari deve tornare a dare emozioni"

"Voglio molto bene a mio fratello John e so quanto soffra a vedere il Cavallino in difficoltà sulle piste del Mondiale. E poi è vero, mi piacerebbe moltissimo sottrarre la Ferrari, ovviamente intesa come F1, alla malinconia del suo presente. Credo da sempre che la Rossa da Gran Premio sia emozione pura. Del resto, è un grande insegnamento di mio nonno, Gianni Agnelli…"

Parla così Lapo Elkann. fratello di John, presidente del Cavallino dal 2018, il nipote dell’Avvocato ha recentemente animato la conversazione “da corsa” con esternazioni on line molto …puntute (per usare un eufemismo).

"Semplicemente soffro come tutti i tifosi – mi spiega Lapo –. Non mi rassegno all’idea di una Ferrari poco o niente competitiva. E già che ci sono aggiungo che spero Leclerc resti a lungo a Maranello, è un campione autentico. Anche Sainz merita la riconferma".

Parole schiette, non c’è dubbio. Da qui ad immaginare un ruolo operativo per Lapo a Maranello, il passo può essere breve. O lunghissimo. Dipende da chi decide.

La storia. Lapo Elkann ha un vissuto che non di rado ha alimentato le cronache del gossip. Nulla gli è stato risparmiato, di sicuro lui non si è risparmiato. Adesso ha una moglie, diverse attività legate anche al mondo della solidarietà. Ama sfrenatamente la Juventus ma di questo non parliamo mai per mutuo rispetto, essendo io interista. Ed è intimamente, profondamente ferrarista. Senza se e senza ma. In questo, abbiamo una intesa perfetta.

Il legame. Questo feeling viene da lontano. Da quando Lapo era un ragazzino, sul finire del secolo scorso. Lo mandarono nella Terra dei Motori a farsi le ossa. Esperienze in Maserati ("Andavo in ufficio con un motorino scassato!") e poi nel Tempio di Maranello (con Montezemolo presidente, fu lui a lanciare il ‘tailor made’, la Ferrari fatta su misura per clienti eccentrici, magari con gli interni in jeans o un look anfibio).

"Per me la Rossa è un sentimento – racconta con un sospiro –. Non si può viverla senza entusiasmo. Quando mio nonno mi portava alle gare, toccavo il cielo con un dito! Le corse sono il DNA del marchio. So che sembra una frase fatta, eppure è la verità. La Ferrari è una azienda fantastica, che dà soddisfazioni enormi ai suoi azionisti. Proprio per questo in pista deve lottare sempre per vincere. E sottolineo sempre".

Il futuro. Ora, non ci vuole Einstein per comprendere quanto alla Rossa da Gran Premio servirebbero empatia, coinvolgimento emotivo, vicinanza ai fans. Naturalmente non sono queste, da sole, le chiavi del successo: per vincere, per battere la Red Bull, visto che non sono mancati gli investimenti, c’è bisogno di acquisire tecnici che portino da fuori un ormai indispensabile surplus di competenze.

Lapo Elkann tutte queste cose le sa. Perfettamente.