Venerdì 19 Aprile 2024

F1 Gp Ungheria, le pagelle di Leo Turrini

Tutto facile per il britannico. Bravo Verstappen, ma soprattutto bravi i meccanici a rimettere a posto la Red Bull dopo il suo pasticcio nel pre gara

Lewis Hamilton (Ansa)

Lewis Hamilton (Ansa)

Budapest, 19 luglio 2020 - Lewis Hamilton ha vinto il Gran Premio d'Ungheria, terza gara della stagione 2020 di Formula 1. Dietro la Mercedes del campione la Red Bull di Max Verstappen e l'altra Stella d'Argento di Valtteri Bottas. Le Ferrari ancora in ritardo con Sebastian Vettel sesto, doppiato dal campione del mondo inglese. E undicesimo, quindi fuori dalla zona punti, la Rossa di Charles Leclerc.

10 Hamilton

Corre da solo e lo sa. Umilia la concorrenza con una macchina troppo superiore al resto del gruppo. Bravo, ma così è troppo facile.

9 Verstappen

Quasi rovina la Red Bull nel pre gara, poi i suoi meccanici fanno un miracolo e lui lo ripaga con una grande prestazione.

8 Magnussen

Azzecca la scelta della gomma al via e riesce ad inserire la disastrata Haas in zona punti con una gara molto solida. Sorprendente.

7 Vettel

Probabilmente non vede l’ora di andarsene da Maranello e diventa difficile dargli torto. Si batte con dignità, ma a che serve?

6 Stroll

Ha in mano la copia della Mercedes 2019 e se la gode. Vince il duello in famiglia con Perez e aspetta Vettel come compagno di squadra nel 2021. Tanto, paga papà.

6 Leclerc

Si sgonfia anche lui. Resiste come può a Bottas, poi viene trascinato alla deriva da una macchina francamente impresentabile.

5 Bottas

Non può certo pensare di contendere il titolo ad Hamilton sbagliando la partenza e non riuscendo a sottrarre il secondo posto a Verstappen. Bocciato.

4 Binotto

Due Ferrari doppiate in Ungheria, inutile infierire. Le battaglie politiche saranno anche giuste, ma la macchina è un disastro.

0 Latifi

Anche nel suo caso è il papà ricchissimo a pagargli la macchina. A occhio, sono tutti soldi buttati dalla finestra.

Ng Raikkonen

E' un peccato che un campione del suo calibro sia costretto a chiudere la carriera al volante di una Alfa Romeo che non è un Biscione ma una tartaruga.