Giovedì 25 Aprile 2024

"Follia e gioia, così ho fatto l’impossibile"

Il giorno dopo l’operazione alla mano Goggia trionfa in discesa a St. Moritz. "Al cancelletto ho capito di potere provarci ed ero la più felice"

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di Gianmario Bonzi

La 24 ore di... Sofia Goggia, altro che Le Mans. Dalla frattura alla mano al viaggio lampo St. Moritz-Milano-St. Moritz, con tanto di operazione, fino all’apoteosi al parterre dell’Engadina, ieri, per un trionfo in discesa che aumenta l’epica della sua carriera, in perenne equilibrio tra gioia e dolore. E oggi si replica in superG, se riuscirà a gareggiare.

Il successo in libera è particolarmente significativo perché vale l’aggancio a Federica Brignone a quota 20 vittorie in Coppa del Mondo e a Deborah Compagnoni per numero di podi (44), nel giorno in cui Mattia Casse terzo in Val Gardena ottiene il podio numero mille nella storia azzurra.

Sofia, dica quello che vuole...

"Sono state 24 ore disperate, con dentro un bel po’ di follia, però sono molto contenta. Pensavo sì alla mano rotta venerdì, ma anche al secondo posto che comunque ero riuscita a ottenere, per nulla scontato e banale viste le condizioni in cui sono scesa. Così come non lo era la partecipazione alla seconda discesa, anche se il fatto di non correre, lo ammetto, non mi è mai balzato per la testa. Fondamentalmente devo ringraziare tante persone: gli autisti che mi sono stati messi a disposizione, molto efficaci e velocissimi, e poi tutti i medici della clinica Madonnina, qualcuno è venuto anche da Torino. E quando sono entrata in sala operatoria mi sono venute solo queste parole: Ho bisogno di voi perché domani dobbiamo vincere!".

Cos’ha pensato prima di entrare in gara?

"Ho provato a sciare in campo libero, con le modifiche apportate al guanto; quando ho capito che il bastone attaccato alla mano con quel bendaggio di scotch verde avrebbe tenuto, sono rimasta veramente contenta. Sono arrivata in partenza e mi sono detta: Nessuna potrà provare la gioia che provo io oggi. Infatti non ho sentito alcuna tensione. Il pensiero era: sono stata dominante in prova e anche se non riesco a spingere bene dalla cancellata mi basta stare sui piedi, con i miei appoggi, e un po’ di margine forse riesco ad averlo. Non mi aspettavo nulla, tanto meno di vincere, ma ho fatto una cosa grandiosa. In discesa ho un livello di confidenza assoluta".

La benda era intrisa di sangue...

"La ferita non si è aperta, ma ci sono due buchini vicino all’indice e al medio dove mi hanno infilato il filo per la cicatrice e lì sanguina, fin dall’ultima notte. La mano si è gonfiata nel pomeriggio, ma le ferite sono ben chiuse. In gara mi sono sentita felice di essere al cancelletto. Non è che mi rendo tanto conto di quello che ho fatto, ma certo è una cosa che ha dell’incredibile".

E’ stata una giornata da cinema. Che titolo le darebbe?

"E’ stata la mano di Sofia".

E in rete girano già i primi meme. Cosa chiede al futuro prossimo?

"Mi piacerebbe avere la costanza che ho anche avuto da inizio stagione, per carità, però venerdì per l’ennesima volta sono finita sotto i ferri. Mi ha scritto anche Lindsey Vonn, ma non sono poi riuscita a sentirla. Chiaro che ora cambiano i miei programmi: ho una mano che è... tripla, quindi sicuramente salterò i due giganti a Semmering e non farò gli allenamenti pre-natalizi che avevo previsto".

Si sente popolare come Alberto Tomba?

"Tomba è Tomba e oltretutto viveva la sua carriera in un’altra epoca, noi abbiamo anche i social per comunicare. Alberto resta irraggiungibile, anche se godo di una buona fama, sicuramente"

Dove colloca la vittoria di ieri?

"Sicuramente tra le prime tre della mia carriera, anche se quella che mi è piaciuta di più rimane Bad Kleinkirchheim, in discesa, per la cattiveria agonistica (fu tripletta italiana, nel 2018, con Brignone e Fanchini, NdC). Questa sa di epico, mettiamola così".

La Coppa generale resta un suo obiettivo?

"Sarebbe qualcosa di grande. Ma per vincere la Coppa del Mondo dovrei impormi in tutte le discese, stare sul podio ogni volta in superG e utilizzare il gigante come bonus. Non sono l’atleta più polivalente, no, ma sono quella che domina di più una disciplina. In slalom e gigante Shiffrin ha una concorrenza più ampia rispetto alla mia in discesa. E il SuperG per me è sempre un punto di domanda, lì ho meno certezze".

Ma a St. Moritz in superG ha già vinto...