Mercoledì 24 Aprile 2024

Focolaio Reggiana, 27 positivi: è record

Il Genoa era arrivato a 22. Settimana allucinante per il club granata, il presidente: "Fatali le 10 ore sul pullman per la trasferta ad Ascoli"

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Ventuno calciatori e 6 componenti dello staff, compresi l’allenatore ed il suo vice. La Reggiana, da ieri mattina, è un vero e proprio focolaio del coronavirus. In totale fanno 27 elementi appartenenti al ‘gruppo squadra’. Record assoluto a livello nazionale; il Genoa era arrivato a ventidue positività.

Una settimana, allucinante, per il club granata, neopromosso in serie B, e protagonista di un inizio di stagione da matricola terribile con 4 punti in altrettante partite disputate, ma con una cifra di gioco decisamente migliore dei punti raccolti.

Il problema è che il lato prettamente sportivo da lunedì scorso ha quasi completamente lasciato il campo a quello sanitario.

Sì perché i sette giorni vissuti pericolosamente dai colori granata iniziano il 19 di ottobre, al pomeriggio, quando, come un fulmine a ciel sereno, irrompe la notizia di sei positività al coronavirus, emersi dai tamponi eseguiti prima della gara infrasettimanale di Ascoli. Tra questi, elementi importanti della rosa quali i centrocampisti Fausto Rossi e Simone Muratore, e l’esterno di fascia Gabriel Lunetta, oltre al tecnico, Massimiliano Alvini e ad altri due membri dello staff. Tutti asintomatici (a detta del club), tutti in isolamento. La Reggiana, comunque, sale sul pullman per Ascoli. Al martedì sera scende in campo in formazione rimaneggiata e, pur disputando una buona partita, cede ai marchigiani per 2-1.

Al ritorno dalla trasferta, giusto il tempo di riposare e di svolgere il primo allenamento di ‘scarico’ post partita, che la situazione deflagra. Ai sei positivi riscontrati al lunedì, se ne aggiungono altri sedici: 11 giocatori e altri cinque membri dello staff tecnico, tra cui, anche il vice di mister Alvini, Renato Montagnolo. Ogni attività agonistica viene sospesa, e giocatori e tecnici, vengono rispediti ai loro rispettivi domicili per mettersi in totale isolamento. "Ci hanno ‘fregato’ le dieci ore trascorse in pullman ad andare e tornare da Ascoli – così ha spiegato il presidente della Reggiana, Luca Quintavalli – I giocatori? Non hanno responsabilità. Sono professionisti maniacali, e non vi è dubbio che abbiano preso tutte le precauzioni possibili per evitare il contagio. Ma in questa seconda ondata, il problema non è più ‘se’ essere colpiti dal virus, ma ‘quando’".

Sabato pomeriggio la Reggiana avrebbe dovuto giocare al Mapei Stadium-Città del Tricolore contro il Cittadella. La partita è stata rimandata, in ossequio a quanto previsto dal regolamento.

Ieri mattina si è andati di male in peggio. E’ arrivata, infatti, la notizia, diramata dai canali ufficiali della società, che dall’ultima serie di test effettuati, sono emersi altri 11 casi di positività.

Il pensierino finale è affidato ad Ivan Varone, centrocampista e colonna della squadra, oltre che beniamino dei tifosi, che sul suo account Instagram ha scritto: "Ho lavorato tanto, ho impiegato il triplo delle forze per cercare di tornare quanto prima in mezzo al campo (Varone ha iniziato tardi la stagione a causa di un infortunio al ginocchio, ndr). Ed ecco che dopo l’inforunio, è arrivato il Covid, questo virus invisibile che ti colpisce così all’improvviso e ti impedisce di fare ciò che ami e soprattutto di avere accanto le persone a cui vuoi bene...Starò lontano dal campo e dai miei compagni, ma questo non mi fermerà. Farò di tutto per farmi trovare pronto quando sarà il momento".

Intanto, come altri 26 compagni, dovrà attraversare la lunga notte del coronavirus.

Nicola Bonafini