di Leo Turrini
Sarà il suo ultimo impegno ufficiale da Signorina. Infatti, prima di convolare a giuste nozze con l’ex allenatore Matteo Giunta, Federica Pellegrini ha accettato il ruolo di madrina per gli imminenti campionati europei di nuoto. Un’edizione straordinaria dei campionati: l’Italia ci arriva con un vero e proprio Dream Team capitanato da Greg Paltrinieri ma forte di campioni come Simona Quadarella, Benedetta Pilato, Thomas Ceccon e via di seguito.
Per lei invece sarà l’occasione per recuperare la memoria di uno dei periodi più intensi della sua infinita carriera.
IL RECORD. Correva l’anno 2009. Fede era già entrata nell’immaginario collettivo. Dodici mesi prima, a Pechino, aveva coronato il primo sogno: si era laureata campionessa olimpica sui 200 stile libero.
Il mondiale romano fu una sorta di consacrazione in patria. Io ero lì e mai, nel nostro paese, si era visto un tale tripudio popolare per una donna impegnata nello sport. Gli spalti del Foro Italico traboccavano di gente e fu quello, penso io, il vero record: fare di una ragazza un simbolo, manco fosse un calciatore.
Mai più accaduto, eh.
IL PRIMATO. In quella settimana, agonisticamente Federica toccò probabilmente l’apice del talento. Conquistò il titolo iridato anche sui 400 stile libero, distanza mai troppo amata e sempre sofferta a livello emotivo.
Furono, quei campionati del mondo, segnati dalla evoluzione tecnologica: maschi e femmine usavano “costumoni” prodotti con materiali in poliuretano che aiutavano gli atleti a scivolare sull’acqua. Grandinarono i primati planetari, ma qui c’è una cosa da aggiungere.
Da allora, le regole sui costumi sono cambiate. Campioni e campionesse hanno comunque migliorato le prestazioni, perché il progresso non si ferma.
Eppure, meravigliosamente, quel tempo stampato da Federica nei 200 (1’52”98) il 28 luglio, resiste. Ha retto all’usura del tempo. Presto o tardi crollerà ma già siamo a tredici anni…
LE PAROLE. A ridosso delle imprese, Federica se ne uscì con una dichiarazione che fece scalpore. "Credo sinceramente di essere la donna più grande nella storia di tutto lo sport italiano".
Volarono gli stracci, parlava un ex adolescente e come si permette e bla bla bla.
È passata una vita. E quella frase si è dimostrata vera…