Favola Celli, è sul tetto del mondo

Golf: 13 anni dopo Manassero, vince la Silver Medal come miglior dilettante nel mitico Open di St. Andrews

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Andrea Ronchi

Ieri l’australiano Cameron Smith ha inciso la storia del golf. Lo ha fatto vincendo la specialissima edizione dell’Open Championship, ultimo dei quattro appuntamenti dello slam del golf. L’edizione numero 150 di The Open, il più antico tra i major, è andata in scena sul percorso di St Andrews, campo scozzese che diede i natali al golf. Un campo molto "poco scozzese" con assenza quasi totale di vento ed erba insolitamente giallastra, causa la scarsità di precipitazioni. Il fondo secco ha avvantaggiato i giocatori più potenti ma anche coloro che hanno saputo sfruttare al meglio le doti di puttatori. I colpi in "stile minigolf" entro i 30 metri sono stati la chiave di volta per la vittoria. Chi li ha giocati nel modo migliore è stato Cameron Smith, australiano già leader dopo 36 buche con il punteggio più basso, -13, mai realizzato in 30 edizioni giocate del major britannico a St Andrews. Smith, che partiva a -14 con due colpi di svantaggio nei confronti di Rory McIlroy e Viktor Hovland, al pari di Cameron Young ha dapprima mantenuto il ritmo dei migliori, con un colpo guadagnato al campo al giro di boa, quindi ha cambiato marcia diventando implacabile sui green. Devastante nelle buche di rientro con ben cinque birdie consecutivi dalla buca 10, che gli hanno permesso di raggiungere e sopravanzare McIlroy, e carattere granitico per rimanere in testa alla buca 17 quando ha salvato il par con un putt imbucato da oltre tre metri che di fatto gli è valso il titolo arrivato a quota -20 grazie a un birdie alla buca conclusiva. Non sono bastati 8 anni di attesa, conditi da 16 top ten, per rivedere McIlroy tornare alla vittoria in un torneo dello slam. Terzo posto per il nordirlandese a due colpi dal vincitore e una lunghezza dallo statunitense Cameron Young che, al debutto, ha confermato le ottime doti già messe in mostra sul PGA Tour. Debutto in un Major anche per l’amateur azzurro Filippo Celli che ha conquistato la Silver Medal, trofeo destinato al miglior dilettante della competizione grazie al punteggio di -5. Tredici anni dopo Matteo Manassero, che la vinse nel 2009, un azzurro è tornato ai vertici del golf mondiale. "Non potrei chiedere di più. Giocare in questo campo il torneo più antico al mondo era già un sogno realizzato. Vincere la Silver Medal premia il grande lavoro fatto con il mio allenatore Alberto Binaghi al quale dedico la vittoria al pari della mia famiglia" ha dichiarato l’azzurro raggiante. In passato hanno vinto la medaglia campioni del calibro di Tiger Woods, Justin Rose, Matthew Fitzpatrick e lo stesso Rory McIlroy. Celli, 21enne romano, aveva conquistato il pass per il torneo imponendosi nel The European Amateur Championship. Ora, dopo l’estate, rientrerà alla Texas University dove sarà impegnato nel terzo anno per la laurea in Comunicazione prima del passaggio al professionismo anche se il risultato potrebbe stravolgerne i piani. I sorrisi azzurri non si sono limitati a Celli. Nel fine settimana scozzese infatti si è rivisto il miglior Molinari. Dopo il passaggio del taglio il torinese ha realizzato due parziali in 66 e 68 colpi, arrivando a quota -10 e risalendo la classifica sino al 15° posto.