Mercoledì 24 Aprile 2024

Evenepoel il nuovo cannibale: il Mondiale dopo Liegi e Vuelta Van der Poel, arresto prima del via

Remco Evenepoel

Remco Evenepoel

Quinto e ottavo posto: li spreme l’Italia da un mondiale illuminato dallo splendore di Remco Evenepoel, altro figlio della generazione di fenomeni che il ciclismo sforna ovunque, fuorchè da noi. Piazzata, ma non vincente, la nostra Nazionale, a secco dal 2008, si limita al compitino: ne mette tre nella fuga di giornata (Conci, Battistella e Rota), si mangia una medaglia con Rota che fa surplace con tre rivali al momento di giocarsi l’argento, infine piazza nei dieci le punte Trentin e Bettiol, allo sprint in ordine sparso. Ma come tutti dimentica la mossa più scontata, marcar stretto Evenepoel con uno dei due leader: un anno fa all’Europeo, con Colbrelli, aveva funzionato. Esser perfetti non sarebbe bastato contro l’Evenepoel in versione lusso di questa stagione: il mondiale è la ciliegiona su un anno che già contava la Liegi e il primo trionfo in un grande giro, la Vuelta. A 22 anni è la conferma che, parlando di nuovo Merckx, con lui non si esagera: nel suo modo di correre, un po’ di cannibalismo c’è. Remco è di quelli che prende e se ne va: in Australia lo fa a 26 chilometri dall’arrivo, dopo essersi infilato indisturbato nella fuga.

E’ il giorno di Evenepoel, scortato sul podio dal francese Laporte e dall’australiano Matthews, e non del suo connazionale Van Aert, quarto. Né di Pogacar, non pervenuto. E tantomeno di Van der Poel, arrestato nella notte dopo un litigio in albergo con due ragazzine che l’avevano svegliato: rilasciato su cauzione, l’olandese abbandona la corsa iridata dopo trenta chilometri.

a. cos.