Giovedì 18 Aprile 2024

"Esenzione medica perché è guarito ora" I legali di Djokovic rovesciano lo scenario

Domani il verdetto finale: nelle date indicate per la positività però. Nole ha partecipato a eventi pubblici

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MELBOURNE (Australia)

Il mondo del tennis e la Serbia in particolare restano con il fiato sospeso in attesa di conoscere la sorte sportiva in Australia di Novak Djokovic. In vista della decisione del giudice locale attesa per domani, i legali del campionissimo della racchetta stanno costruendo la memoria difensiva per consentire a Nole di scendere in campo comunque: secondo i suoi avvocati Djokovic ha contratto il Covid-19 un mese fa, il 16 dicembre, senza avvertire sintomi, e ha ricevuto prima di partire l’autorizzazione scritta per entrare in Australia senza un periodo di quarantena obbligatorio. Nell’ambito del procedimento avviato con il suo ricorso contro la cancellazione del visto, Djokovic ha dichiarato di essere risultato positivo al test per il coronavirus il 16 dicembre 2021. Una data diventata improvvisamente sospetta in quanto il serbo ha partecipato a due eventi in presenza e senza mascherina il 16 e il 17 dicembre a Belgrado come dimostrano foto e dichiarazioni visibili sui social. Nelle 35 pagine di memoria difensiva presentata al giudice Anthony Kelly del Federal Circuit Court, il serbo ha dichiarato di aver ricevuto una una conferma scritta da parte del Department of Home Affairs che gli riconosceva di "corrispondere ai requisiti per entrare in Australia senza obbligo di quarantena". Agli agenti che l’hanno bloccato all’aeroporto Tullamarine di Melbourne, Djokovic ha "spiegato di aver contratto il Covid a dicembre 2021 e di aver ricevuto su questa base un’esenzione in accordo con le regole e le linee guida del governo australiano", come si legge in un estratto del documento presentato al giudice. Ha detto anche agli ufficiali dell’Australian Border Force (ABF) che aveva "correttamente compilato la Australian Travel Declaration" e di essere dunque "pienamente in regola per poter entrare nel Paese con il mio visto". Ma l’ABF, la polizia di frontiera che ha l’ultima parola sulla concessione dei visti d’ingresso nel territorio nazionale, non ha ritenuto sufficiente la documentazione presentata per l’esenzione. Il serbo ha presentato ricorso contro la revoca del visto e ottenuto il rinvio del rimpatrio inizialmente previsto per giovedì. Domani il verdetto finale.