Martedì 16 Aprile 2024

Errori e nervi tesi, l’anno no di Donnarumma

Dal posto perso al Psg al disastro con la Macedonia fino alla lite col tifoso in Inghilterra e al battibecco con Kimmich e la giornalista

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Giusto un anno fa l’Italia batteva 3-0 la Svizzera con doppietta di Locatelli e gol di Immobile: gli azzurri stavano dando segnali di grandezza al mondo e quella Nazionale poi avrebbe fatto il suo capolavoro. Un mese dopo, all’indomani del trionfo, Gigio Donnarumma avrebbe firmato un quadriennale al Psg che sembrava la svolta della sua carriera: Messi, la Champions, Mbappè, la prospettiva caldeggiata da Mancini di correre anche per il Mondiale. Il Milan era pronto a firmargli un quadriennale a 8 milioni a stagione: Raiola disse no e Maldini decise di non cedere, aprendo le porte all’addio. Il Milan sembrava sotto scacco, Gigio all’inizio di un percorso d’oro. Ma tutto sarebbe andato diversamente, fino alla debacle di Moenchengladbach ed al battibecco post-gara con Tiziana Alla, la giornalista Rai incaricata delle domande a bordocampo. Un finale di Nations League non bello per il capitano della nostra Nazionale: prima la risposta al tifoso a Wolverhampton, poi la mezza discussione in campo con Kimmich, reo di aver tentato nel finale un improbabile gol umiliante da centrocampo, infine la risposta spazientita alla domanda della giornalista,. che accostava l’errore del portiere nella serata tedesca alla gaffe nel ritorno di Champions contro il Real, quando Benzema aprì poi la strada alla rimontona di Ancelotti. L’epilogo di un anno sportivo iniziato trionfalmente e terminato peggio che negli incubi: cinque gol al passivo e soprattutto un anno alle spalle di delusione e smacco. Delusione per come è andata al Psg: 17 partite in una stagione, il ruolo di riserva rispetto a Keylor Navas, un anno con ben meno soddisfazioni di quanto preventivato. Poi la Nazionale. Alla fascia di capitano consegnatagli a soli 23 anni fanno da contraltare il crollo della squadra e l’umiliante eliminazione dai Mondiali. Gigio, che in Francia gioca poco, ha l’occasione per rifarsi a fine stagione: e infatti Mancini, nella rotazione totale di tutti i giocatori, ne fa il punto fisso senza nemmeno provare a trovargli una riserva. Conta poco che l’ex Milan non abbia convinto appieno, con l’ombra anche del gol di Trajkovski che ci costa la figuraccia storica con la Macedonia del Nord. Ma per Mancini è Donnarumma e basta. E lui l’occasione se la gioca tra ombre e luci, fino alla gaffe di Moenchengladbach ed a quei cinque gol subiti che segnano il fallimento anche della nuova linea voluta da Mancini. Può bastare per comprendere il nervosismo post-gara? Forse no. Nella testa di Donnarumma non può non farsi strada un pensiero. Lui che aveva lasciato il Milan per la gloria (e per i soldi). Ebbene, il Milan senza di lui ha rivinto uno scudetto dopo una vita, e per di più con un portiere francese che è stato, a detta di tutti, uno dei migliori della squadra e comunque decisivo in campionato. A 2,8 milioni a stagione. Anche lui ha vinto il titolo in Francia con il Psg: un titolo che però vale così poco che Pochettino praticamente ha già avuto il benservito e su quella panchina si siederà un altro. Chissà... forse Allegri che fu l’ultimo a vincere lo scudetto col Milan e che Donnarumma lo voleva alla Juve. Ma questa è un’altra storia. Per adesso, per Gigio, è importante che sia finita la storia di questa stagione.