Sabato 20 Aprile 2024

Errigo ritrova il filo di Arianna Un argento ed è come Mangiarotti

Mondiali di scherma, la veterana del fioretto raggiunge il mito: "Grazie a Cerioni, ora serve cattiveria"

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di Doriano Rabotti

Più che una medaglia d’argento, è la chiave che apre le porte della ricostruzione di una campionessa. Della quale la nostra scherma ha ancora tanto bisogno: Arianna Errigo ha vinto ieri l’argento ai mondiali nel fioretto femminile, battuta solo in finale dalla francese Thibus.

Un podio che porta la Errigo nell’olimpo dei grandissimi, visto che per lei si tratta della nona medaglia iridata nell’individuale (oro 2013 e 2014, argento 2010 e 2022, bronzi 2009, 2015, 2017, 2018 e 2019), come il mito Edoardo Mangiarotti.

Nel giorno in cui Alice Volpi paga qualche problemino nella condizione fisica ("lo sapevamo, ci sarebbe servita qualche settimana in più" ha detto il ct Cerioni alla fine), tocca alla veterana del gruppo portare l’azzurro sul podio il giorno dopo il bronzo di Rossella Fiamingo.

E’ una medaglia diversa da tutte le altre perché arriva dopo anni in cui la Errigo aveva cercato di scacciare vecchi fantasmi e di svoltare provandole tutte, compreso gareggiare in due armi contemporaneamente. Idea che non provoca nessun rimpianto, anzi, come ha detto lei stessa in una lunga chiacchierata liberatoria a fine gara: "Io lo so che sono molto complicata e difficile, dopo tanti anni sembra tutto scontato, ma non lo è. Mi sta aiutando molto Stefano Carioni, il nostro obiettivo non era questo mondiale, sono le Olimpiadi di Parigi. In questi anni me ne sono successe di tutti i colori – spiega la Errigo –, questa è una sfida per lui e per me, se vogliamo arrivare in alto. Ma non ho nessun rimpianto per il tempo dedicato alla sciabola, forse se fossi andata avanti con la doppia arma ora Mangiarotti l’avrei superato. La sciabola mi serviva e non averla potuta sfruttare è stata un peccato, ma non è dipeso da me".

Ma quello ormai è il passato, fatto anche di momenti di frizione vera con la federazione: "Oggi dico grazie a Cerioni che dal primo giorno ha creduto in me, arrivavo da un periodo in cui venivo trattata come l’ultima ruota del carro. Sentire la fiducia del migliore di tutti è stato bello. Che cosa mi manca? Sono arrivata bene fisicamente, ma non al top perché ho iniziato tardi la stagione e venivamo da due anni in cui avevamo fatto poco e niente. Dovrò migliorare un po’ nella cattiveria sportiva".

Lo dice anche Cerioni, ma a quello ci penserà lui.

Scommettiamo?