Giovedì 25 Aprile 2024

Eriksen decide il derby, che lite Ibra-Lukaku

Il danese in extremis firma la rimonta dell’Inter sul Milan. Scintille tra Zlatan e Romelu. Lo svedese espulso al 57’. Conte in semifinale

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di Giulio Mola

Nel segno di Ibra e Lukaku, protagonisti nel bene e nel male di un derby ad altissima tensione. Ma soprattutto di Cristian Eriksen, che un anno dopo il suo arrivo all’Inter si prende la soddisfazione più bella, regalando con una prodezza balistica ai nerazzurri (2-1) l’attesissima stracittadina di Coppa Italia e la semifinale con la vincente di Juve-Spal. Passa in rimonta la squadra di Conte, ma negli occhi di tutti restano le scene da far west viste nel finale del primo tempo: la scintilla è un intervento deciso di Romagnoli su Lukaku, il quale reagisce. Interviene a quel punto Ibrahimovic che sembra irridere il belga (i due erano ex compagni nello United e non si sono mai troppo amati) fra reciproche minacce di testate e “gialli“ sventolati da Valeri. Scene poco educative che in parte offuscano la bellezza e il fascino della sfida e soprattutto la serata di Zlatan: perché da re del derby (10 rete in 16 sfide) il totem svedese diventa poi il “calimero“ della situazione, facendosi espellere nella ripresa, dopo la maxirissa sfiorata nel primo tempo. E così, scongiurando i supplementari, i nerazzurri fanno felici i supporter che non hanno fatto mancare il proprio calore (in 1500 tifosi si sono presentati all’esterno dello stadio per attendere l’arrivo del pullman nerazzurro e sostenere i giocatori con cori e fumogeni).

Antonio Conte, squalificato in campionato opta per il turnover, rispolverando titolari Kolarov, Darmian, Perisic, Sanchez. Sette assenze tra i rossoneri (compreso Mandzukic), tornano però Romagnoli in difesa e Saelemaekers in mediana Buoni ritmi e parecchio equilibrio nel primo tempo, con più possesso palla dei rossoneri e nerazzurri bravi a compattarsi e a ripartire. Subito pericoloso Leao dal limite innescato da Theo Hernandez ma pronta la risposta del propositivo Perisic. L’Inter sembra soffrire la pressione alta del Milan e si affida ai cambi di gioco per gli esterni. Ma almeno nella prima parte convince più la squadra di Pioli, nonostante la timidezza di Meitè in mezzo al campo. La buona sorte però penalizza ancora il Milan: dopo 18 minuti Pioli perde pure Kjaer e fa debuttare Tomori. L’Inter si sveglia: prima Lukaku (23’) con forza e fisicità si gira in area impegnando l’attento Tatarusanu, poi Perisic (26’) punta Dalot ma tira senza convinzione. Nel miglior momento dei nerazzurri, però, passano i “cugini“ grazie ad un chirurgico diagonale di Ibra che raccoglie un pallone vagante e dal limite trova l’angolo più lontano. Conte invita i suoi a spingersi in avanti, Perisic lo ascolta e mette sulla testa di Sanchez (36’) un invitante pallone: ma sul colpo di testa pronti Theo e Tomori a salvare sulla linea. Poi il derby s’incendia prima del giro di boa.

Si riparte con Hakimi al posto di Darmian e una maligna punizione di Kolarov che non sorprende Tatarusanu, bravo anche a respingere un tiro al volo di Sanchez. Più Inter che Milan, più offensivi i nerazzurri che costringono i rossoneri ad abbassarsi. Ci prova (10’) Lukaku di tacco (murato da Tomori), la squadra di Pioli fatica a prendere le misure agli avversari. La svolta prima del quarto d’ora: Ibra sgambetta Kolarov a metà campo, il secondo “giallo“ è inevitabile. Il Milan passa al 4-4-1, con Rebic unica punta. Avanza anche Kolarov per supportare l’assalto interista: Perisic (21’) non è preciso di testa, ma quando Leao stende Barella (23’) e l’arbitro grazie al Var si accorge che il rigore è netto, Lukaku dal dischetto rimette tutto a posto con la diciottesima rete stagionale. Altro colpo di scena al 28’: si ferma Valeri per problemi muscolari e viene sostituito dal quarto uomo Chiffi. Finale concitato dell’Inter, con Vidal che sbaglia da buona posizione e la freschezza di Young, Eriksen e del pericolosissimo Lautaro a cercare il gol vittoria. Nel maxirecupero Lukaku esalta i riflessi di Tatarusanu prima della “perla“ di Eriksen. Il modo migliore per dirsi addio?