Venerdì 19 Aprile 2024

Egonu in lacrime: "Basta con la nazionale"

La campionessa minaccia il ritiro, poi ci ripensa: "Mi serve una pausa. Devo giocare per chi mi ha chiesto se sono italiana?"

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di Doriano Rabotti

Vincere un bronzo e rischiare di perdere la tua bandiera migliore, una campionessa in campo e soprattutto fuori. Per colpa dei social, poi.

Per fortuna Paola Egonu dopo lo sfogo e le lacrime versate a caldo ha recuperato la calma e ha parzialmente modificato la sua decisione di non giocare più in nazionale: "Non puoi capire, mi hanno anche chiesto perché ero italiana. Questa è la mia ultima partita con questa maglia", aveva raccontato la stella della nostra nazionale di volley al suo procuratore, Marco Raguzzoni, subito dopo l’ultima palla caduta nella vittoria contro gli Usa. Scena ovviamente ripresa da un tifoso vicino allo sfogo, ovviamente postata sui social, con altrettanto ovvio effetto devastante su un ambiente che stava festeggiando un bronzo sofferto, che a questo punto è passato in secondo piano.

Paola Egonu alla fine non lascerà l’azzurro per sempre, forse si prenderà al massimo un’estate di riposo, la prossima: ma di sicuro quello che è le successo nei mesi scorsi e che ieri si è trasformato nello sfogo di una giovane donna che non ha ancora 24 anni deve farci riflettere profondamente sul peso che i social possono avere sulle coscienze dei nostri ragazzi. Perché è sul web che, insieme ad altri commenti feroci e barbari sul suo rendimento, le è arrivata quella domanda, come fai ad essere italiana? Lei che è nata a Cittadella e parla con accento veneto, cresciuta dal Club Italia con la maglia azzurra addosso come una seconda pelle.

"È sempre un onore portare la maglia azzurra, ma vorrei tanto avere un’estate libera per riposare come persona, non voglio togliere nessun merito nè mancare di rispetto alle mie compagne, ma ogni volta sono io quella che viene presa di mira, mentalmente sono arrivata al punto che vorrei avere un’estate libera", ha spiegato a freddo la Egonu. E onestamente sono parole che dovrebbero colpire più di quelle dette a caldo: "Ci sono persone che mi hanno chiesto se sono italiana... mi viene da chiedermi perché devo rappresentare persone del genere. Io ci metto l’anima, ci metto il cuore, soprattutto non manco di rispetto a nessuno, quindi fa male".

Per fortuna dell’Italia, il procuratore della Egonu è di quelli che i propri giocatori li aiutano, giovane ma di vecchio stampo: "Si è trattato di uno sfogo a fine partita – ha spiegato Raguzzoni – dopo una delusione. Mi ha detto che era in difficoltà, che non sta bene. Ma quella frase sull’addio alla nazionale fa parte dello sfogo e l’ha già ridimensionata nelle interviste. Ha ribadito che per lei è un onore vestire questa maglia e che non ce l’aveva con nessuno, è solo molto dispiaciuta perché quando non gioca bene viene sempre messa sotto accusa. E questo la ferisce. È un essere umano, e il suo è stato solo uno sfogo che finisce lì".

In realtà no, al di là delle decisioni che la Egonu prenderà per il futuro: di sicuro lascia l’Italia perché va in Turchia a giocare alla corte dell’italiano Giovanni Guidetti, nel Vakifbank.

Ma il problema generale rimane, e la Egonu è soltanto la punta dell’iceberg: è la più esposta mediaticamente, quindi attira anche invidie e gelosie, e in questi tempi così selvaggi le critiche diventano insulti in un attimo. Per fortuna c’è anche gente che si vergogna degli altri italiani, quelli che si permettono di offendere Paola.

Ora forse è anche più chiara la vera portata del discorso di Mazzanti sui danni dei social, dopo Tokyo...