E se l’arbitro fosse Sinisa?

Italo

Cucci

Avendo seguito una sessantina di campionati - per questo ogni tanto m’improvviso suggeritore - mi sento di attribuire contraddizioni e incertezze alla preparazione improvvisata (ma il Covid c’entra ancora?) mentre un tempo sapevi come si sarebbero comportate a primavera le squadre di Rocco, Bernardini, Helenio, Trapattoni, Pesaola, Radice, Lippi, Capello e aspettavi al varco le loro squadre guarda caso spesso prontissime a scannarsi negli ultimi giri. Come fanno i ciclisti. Strategie e tattiche erano visibili o intuibili. Mentre qui molti non si sono ripresi dalla novena juventina. Fino a due settimane fa circolava solo una maligna certezza: "L’Inter si è fermata? Succede sempre così alle squadre di Simone Inzaghi". Poi la smentita.

Mi piace tuttavia pensare - da nostalgico di un calcio tutta passione - che le gare decisive le giocherà il cuore. Mi esalta l’idea (speranzosa, lo confesso) che prima con la Juve eppoi con l’Inter possa volare il Bologna col cuore nuovo tutto dedicato a Sinisa Mihajlovic. È grande calcio anche questo.