Giovedì 18 Aprile 2024

E ora l’Inter sarebbe fuori dalla Champions

Nerazzurri quinti: nervi tesi, preparazione e scelte sbagliati per Inzaghi, ma l’attacco più pagato (45 milioni lordi) ha fatto 6 gol in 12 gare

E ora l’Inter sarebbe fuori dalla Champions

E ora l’Inter sarebbe fuori dalla Champions

di Giulio Mola

L’Inter scherza col fuoco, quella dei nerazzurri è una crisi infinita in campionato. Dove non c’è un colpevole più degli altri e tutti sono sul banco degli imputati. Se non ci fosse l’impegno di martedì in Champions con il Benfica (che nel frattempo ha perso la sua prima partita del 2023, 1-2 col Porto) il processo sarebbe già iniziato, ma l’andata dei quarti del più prestigioso torneo continentale sposta altrove ogni discorso e impone un rinvio. Ben sapendo che non può bastare un auspicabile risultato positivo all’Estadio Da Luz per sbollire rabbia e delusione accumulate nel girone di ritorno. Per salvare la stagione ci vorrà ben altro, entrare fra le prime quattro e tornare nell’Europa che conta è in obiettivo imprescindibile non solo dal punto di vista sportivo ma soprattutto finanziario. Traguardo, che al momento, si allontana: alla luce dell’ultimo turno i nerazzurri sono fuori dalla Champions, sorpassati anche dalla Roma. E devono rincorrere.

Premessa doverosa che suona ormai come una cantilena di un disco rotto perché da oltre due mesi ormai si parla solo di questo in casa Inter. La squadra è incapace di vincere (appena un successo nelle ultime sei partite), una macchina che non funziona più e s’inceppa di continuo. Almeno in Italia. Ovviamente anche nel post partita di sabato il primo a finire sul banco degli imputati è stato l’allenatore, per via di quelle sostituzioni che nel secondo tempo hanno largamente peggiorato la prestazione contro la Salernitana (non è la prima volta che succede). E poi molto altro non è andato: nell’ordine, una preparazione atletica non all’altezza, per una squadra che troppe volte cala nel suo rendimento dal minuto dopo la prima ora di gioco. E ancora: la tenuta nervosa di un gruppo ormai sull’orlo di una crisi di nervi. E’ evidente che ci sono alcuni calciatori poco in sintonia con le scelte dell’allenatore ma un ribaltone in panchina proprio ora non sarebbe la soluzione più saggia. Anche se il tecnico resta in discussione e la ricerca del sostituto dal 1° luglio in poi è già iniziata (Thiago Motta, De Zerbi e Conte i maggiori candidati).

Però sarebbe ingeneroso e ingiusto addossare le responsabilità solo sull’allenatore. Prendiamo il reparto avanzato, quello che fa maggiormente discutere: nelle ultime 12 partite l’attacco potenzialmente da scudetto e comunque il più costoso della serie A (45 milioni lordi finiscono nelle tasche di Lukaku, Lautaro Martinez, Dzeko e Correa) ha segnato la miseria di 6 reti, delle quali 3 su calcio di rigore. Numeri ancora più impietosi se si analizzano le 4 gare più recenti in serie A: 63 occasioni e solo due gol. Martinez è l’esempio di come anche certi giocatori simbolo siano in una fase di involuzione: appena un acuto nelle ultime 9 presenze. Male, malissimo. Come Brozovic, l’ombra di se stesso. E persino Onana, goffo e impreparato sul tiro-cross di Candreva. L’elenco potrebbe andare avanti perché è in generale, il senso di precarietà che si avverte forte dentro lo spogliatoio. Se il presente non ha certezze il futuro è pieno di incognite: troppi calciatori in bilico, pochi sono sicuri di restare la prossima stagione, tanti dovrebbero trattare il rinnovo. Che senza un posto nella nobiltà d’Europa sarà complicatissimo, perché soldi in cassa non ce ne sono.