E nel calcio parlano i fatti

Leo Turrini

Ah, però! Descritta come una armata allo sbando, con un condottiero in confusione, l’Inter è andata a vincere 3-0 sul campo della squadra più brillante del campionato, cioè il Sassuolo, fino a ieri non casualmente secondo. Lo scrivo e lo dico sommessamente. È possibile che la Beneamata non riesca a centrare i suoi obiettivi, in questa stagione. Ci sta, la concorrenza è forte e la storia recente della A è nota. Ma da qui a far passare Conte per un babbeo sull’orlo di una crisi di nervi, insomma, ce ne passa. C’è un modo di raccontare calcio, in questo sgangherato Bel Paese, che ignora sistematicamente i fatti. Naturalmente dietro le interpretazioni di comodo ci sono interessi diffusi: eppure, per fortuna!, partite e risultati valgono più di qualunque teatrino. In breve. L’Inter vista con il Real è impresentabile in qualunque contesto. Invece, l’Inter di ieri è degna dello scudetto, perché per identità e carattere ha persino ricordato Mou.

Sicchè, la domanda sorge spontanea, come ululava il caro Biscardi: esiste una via di mezzo? Conte è in grado di individuarla e (soprattutto!) di percorrerla insieme ai suoi giocatori? Ovviamente, io non lo so. In compenso so, di sicuro, che se l’allenatore non avesse in mano lo spogliatoio, dopo il disastro di Champions, beh, le cose ieri non sarebbero filate via lisce.

Riassumendo. Chi si candida a conquistare lo scudetto, dovrà necessariamente vedersela con l’Inter. L’Inter di Antonio Conte. Fatevene una ragione.