Berrettini, il momento del sorpasso

 Matteo Berrettini (Ansa)

Matteo Berrettini (Ansa)

La resa di Sinner al dio Greco Tsitsipas annuncia la staffetta della speranza italiana. Tocca a Matteo Berrettini mettersi in spalla il mondo del tennis e rovesciare il pronostico contro Rafa Nadal nella semifinale degli Open australiani.

Una sfida per cuori forti, come quello del "Man in black" azzurro, che ha ruggito la sua rabbia al pubblico dopo il sofferto successo su Monfils. In quell’urlo ripetuto al cielo ("Non ho sentito, non ho sentito") c’è tutta la forza d’animo di un magnifico professionista della racchetta che sta scalando uno dopo l’altro i gradini del cielo. Oggi Matteo è il numero 6 della classifica Atp e una vittoria su Nadal potrebbe scalzare dal quinto posto proprio Rafa il Grande.

E’ vero che il reuccio di Maiorca vanta un personalissimo 10-1 nelle sfide di Slam contro giocatori italiani. L’unico vincitore fu Fognini, al terzo turno degli Open Usa 2015. Ma proprio il vulcanico Fabio indica a Berrettini la strada per cercare l’impresa.

Servizio e diritto sono le armi di Matteo, i suoi inossidabili punti di forza, ma contro Nadal dovrà aggiungere malizia al suo bagaglio tecnico. E naturalmente cuore. Il piano è quello di allungare il match, di portare Rafa magari fino al quinto set, nella speranza di affievolire la resistenza fisica dello spagnolo. Per farlo, però, serve un tennis aggressivo, che limiti la durata degli scambi.

Berrettini dovrà usare la fantasia, inventare smorzate e discese a rete, alternandole ai suoi micidiali bolidi da fondo campo. Dovrà giocare alla Tsitsipas, con la stessa intensità e fantasia che il greco ha impiegato ieri all’alba contro Sinner.  Per far saltare la regolarità del maiorchino serve un Berrettini al massimo dei giri. Altrimenti si ripeterà il copione della semifinale degli Open Usa 2019, persa proprio contro Nadal o della finale di Wimbledon dello scorso anno davanti allo scatenato Djokovic.

Ma ho piena fiducia in Matteo perché è un ragazzo solido e sano, capace di imparare dagli errori. 

E in più ha dentro di sè una forza d’animo non comune, la stessa che gli ha permesso, dopo l’infortunio muscolare subito alle Atp Finals di Torino, di riproporsi all’Open australiano in veste di protagonista. Aspettiamo un altro urlo Matteo. E che sia di gloria.