Dzeko fa grande l’Inter, show per il rinnovo

Inzaghi vince contro l’Atalanta il primo scontro diretto, doppietta di Edin che fa dimenticare ancora Lukaku e stuzzica la dirigenza

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di Mattia Todisco

L’uomo della speranza si chiama Edin Dzeko. L’Inter si toglie un peso enorme, quello degli scontri diretti mai vinti, sempre persi, lasciati andare persino quando l’inerzia era totalmente dalla parte dei nerazzurri. Accade anche a Bergamo contro l’Atalanta, che inizia la domenica a quota 27, quinta assieme agli ospiti, ma lì rimane nonostante una furiosa reazione nel finale terminata con un colpo di testa troppo centrale di Koopmeiners. L’Inter concede altri due gol in trasferta (sono 18), ma la scampa, anche con merito, perché alla rete subita su rigore da Lookman dopo un ingenuo intervento di De Vrij su Zapata reagisce come aveva fatto nell’infrasettimanale con il Bologna. Resta calma, gioca il suo calcio fatto di pochi uno contro uno e di tanti movimenti ripetuti, affilati da giocate tecniche finalmente pulite. Perde pochi palloni e ne fa sbagliare diversi all’Atalanta.

Negli ultimi metri si affida a Dzeko, appunto, ripagata con una doppietta. Il terzo lo fa Palomino nella porta sbagliata, poi si rifà centrando quella giusta: non doveva nemmeno giocare, ma un infortunio a Toloi nel riscaldamento spinge Gasperini a giocarsi la carta dell’assolto argentino, dopo mesi lontani dai campi per una squalifica oggi annullata. "Abbiamo iniziato un po’ come al solito, piano, poi ci siamo svegliati dopo aver preso gol – analizza Dzeko alla fine della gara –. Quando finisce bene, va bene tutto; quando si perde, non va bene niente... Ci stava soffrire in casa contro l’Atalanta che è sempre pericolosa. Ci siamo svegliati e abbiamo fatto una grande partita". Lui per primo, non solo per le due reti, ma anche per il lavoro di sponda, a cercare sempre il filtrante giusto per i compagni. Con una continuità impressionante per un 36enne. "Personalmente, è più di 15 anni che gioco così: io non sono sorpreso, magari altri sì – risponde l’att–ccante - Il Napoli? La speranza è di vincere la prossima. Bisogna guardare avanti e non dietro. Complimenti alla capolista che sta facendo grandi cose anche in Champions, ma il campionato è ancora lungo. Io ho tanta voglia di giocare qua come sto facendo adesso, ho contratto fino a giugno e poi vediamo".

Avanti di questo passo non è escluso che si veda ben prima di giugno, perché il bosniaco non è in fase calante e teoricamente è un’alternativa a quel titolare su cui Marotta e Ausilio avevano puntato in estate e che da inizio anno ha giocato molto poco (Lukaku). Come riserva, ultimamente quasi mai tale, Dzeko è un lusso. Magari a gennaio il belga tornerà ad essere il centro del mondo, oltre che dell’attacco. Per ora a tirare avanti la carretta è più il suo alter ego, coadiuvato ieri da una squadra che si è tolta il peso della grande sfida, pur con tutti i difetti su cui Inzaghi dovrà lavorare durante la lunga sosta.