di Giulio Mola Missione compiuta. L’Inter abbatte il tabù Shakhtar Donetsk e dopo dieci anni approda agli ottavi di Champions League con un turno d’anticipo. Che non è solo una questione di prestigio sportivo ma anche vera e propria manna dal cielo per i bilanci, visto che nelle casse societarie entrano circa 20 milioni. Il giusto premio dopo un girone cominciato in salita ma che si chiude trionfalmente. Ieri sera nulla era scontato, perché c’era da superare la maledizione Shakhtar. Dopo tre 0-0 consecutivi fra le due squadre (66 tiri totali di cui 43 dei nerazzurri nelle ultime tre sfide) decisiva è stata la doppietta di Edin Dzeko nella ripresa: l’uno-due in una manciata di minuti ha messo al tappeto gli ucraini guidati da De Zerbi, squadra molto brasiliana, brava nel palleggio ma troppo leziosa. Discorso a parte va fatto per l’Inter, che dopo aver piegato il Napoli capolista ottiene la terza vittoria di fila in Champions (non succedeva dal 2011) e un traguardo fondamentale. Tante volte si era detto negli ultimi anni: "A certi livelli in Europa serve un atteggiamento diverso". Eccolo qua. Tutti serviti (compreso Antonio Conte che aveva considerato la squadra "non alla sua altezza"). E non solo per il successo, ma per come è stata ottenuto: l’atteggiamento c’è stato, l’intensità pure, le occasioni anche, il gioco è stato brillante. Due bellissime reti, altre due annullate, Trubin il migliore in campo e altri tre punti che sommati ai precedenti 7 portano a 10 il bottino. Di più: se ieri il primo tempo fosse finito 4-0 ci sarebbe stato poco da dire viste le grandi opportunità fallite da Barella, Ranocchia e soprattutto Dzeko. In realtà un gol l’Inter l’aveva pure realizzato con Perisic, ma l’assist-man Darmian era stato pizzicato con un tacco in fuorigioco. Nella ripresa, però, i nerazzurri dopo aver annusato il ...
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