Martedì 23 Aprile 2024

"Dybala a zero? Io mi terrei stretta la Lula"

Boninsegna: "L’Inter dovrebbe prendere piuttosto un attaccante da panchina. Il gioco? Una flessione ci sta con tante gare e le Nazionali"

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di Mattia Todisco

Doppio ex di Inter-Cagliari, gara che domani alle 12.30 vedrà in campo la capolista di Serie A contro una squadra sorprendentemente nei bassifondi della classifica, Roberto Boninsegna è stato uno dei bomber più importanti degli anni ‘60 e ‘70 ed è tuttora molto legate ad entrambe le realtà. Certamente è in nerazzurro che ha vissuto gli anni migliori della carriera, portando a casa uno scudetto e per due volte il titolo di miglior marcatore del campionato. La gara di domani mette punti importanti in palio per le contendenti, anche se i nerazzurri si sono guadagnati un distacco molto ampio sul Milan, secondo a -11.

Scaramanzia abbandonata o non ancora?

"Diciamo che tutto ha un limite, credo che gli undici punti saranno sufficienti da qui alla fine per arrivare davanti. Solo l’Inter può perdere lo scudetto, perché al di là del distacco è la squadra con l’organico più forte".

Vede delle assonanze tra questa Inter e una di quelle in cui ha militato da calciatore?

"La più forte in cui sono stato era quella che vinse il campionato nel 1971, ma non vedo grandi analogie. Era una mezza nazionale, con tanti giocatori che avevano giocato il Mondiale in Messico. Campioni che avevano già vinto in Italia e in Europa, anche se magari un po’ avanti negli anni. Andammo in finale di Coppa contro l’Ajax, ma ci toccò di giocare in Olanda e perdemmo facendo qualche errore. È vero che oltre ai fuoriclasse c’erano dei giovani come Oriali o Bellugi che stavano venendo fuori e che poi sono andati bene".

Il Cagliari alla disperata caccia di punti salvezza può creare problemi a un’Inter troppo "rilassata" dal distacco acquisito?

"Nessuno pensava che i sardi potessero star lì. Sono partiti male e hanno aspettato un po’ a cambiare l’allenatore. Quando ti trovi in zona retrocessione è difficile. In più affrontano un’Inter che va sempre in campo per vincere, anche se un pareggio non comprometterebbe nulla in chiave scudetto".

Come si pone rispetto alla diatriba sul gioco dei nerazzurri?

"In un campionato a 38 partite, più gli impegni delle nazionali, una flessione ci sta. È anche un anno particolare, con tante gare concentrate da settembre in poi per via del Covid".

Considerata l’età media di questa Inter, può essere una squadra in grado di aprire un ciclo?

"Ci sono tanti giocatori che potrebbero giocare ovunque in Europa, la bravura di allenatore e società è stata quella di portarli a Milano. Da interista lo spero e me lo auguro, però bisogna anche capire come si muoveranno le altre. La Juventus sul mercato ha avuto qualche problema e ha giocatori importanti che stanno calando. il Milan vive un po’ troppo sugli spunti di Ibrahimovic".

Se dovesse arrivare Dybala a zero tra un anno sarebbe un buon investimento?

"Dipende, perché se prendi trenta giocatori di livello europeo devi anche gestirli. Senza togliere nulla a Dybala, prenderei altri giocatori. Le due punte titolari ci sono già, quella con Lukaku e Martinez è la più forte coppia-gol in Europa attualmente".

Quindi in che ruoli agirebbe sul mercato?

"Un attaccante va bene ma di quelli che possono anche stare in panchina e sostituire chi manca tra Lukaku e Martinez. Però l’organico è fatto, va solo perfezionato".