Djokovic sette bellezze, un regno sull’erba

Wimbledon non cambia padrone, Kyrgios si arrende in 4 set. Per Nole è anche il quarto titolo di fila ai Championships e il 21esimo Slam

Migration

di Paolo Franci

"Nole è una specie di dio, come fai a batterlo?". Le parole al miele di Nick Kyrgios a fine match, sono la sintesi di un trionfo chiuso in quattro set: 46, 63, 64, 76 . Il 7° a Wimbledon per Djokovic, a un solo passo da King Roger. il 21° in carriera negli Slam, a un altro passo, stavolta da Rafa. Sì, Nole è il re dell’erba, dove vince da 28 incontri di seguito, con quattro titoli di fila. Di più, non si può. A maggior ragione dopo un’annata da incubo per le note vicende legate al Covid che, come vedremo, sono tutt’altro che concluse.

Nole ha giocato una grande finale. In linea con un torneo d’acciaio nel quale ha vacillato solo con Sinner, nel match ’dello specchio’. Ricorderete no? Sotto due set a zero Nole è scappato in bagno, si è guardato allo specchio e se n’è dette di cose, fino a ricaricarsi e vincere. Stavolta lo specchio non c’era, ma c’era una specie di Joker - inteso come l’acerrimo antagonista di Batman - della racchetta, magnificamente folle, spesso oltre i limiti della sopportazione ma in caso di accendersi e accendere la finale. Soprattutto nel primo set, quando ha dato l’impressione di poter incrinare la solidità di quel ’dio’. Poi però, non si è Nick Kygios per caso e cioè il Dennis Rodman del tennis mondiale. Lui che a fine marzo era fuori dalla Top 100 e ieri s’è ritrovato al cospetto del più forte. Nel terzo set, 4-4 sul 40-0 e servizio a favore con tre ace di fila, si fa rimontare, va fuori di testa e spara anche la seconda palla sul 40 pari. Doppio fallo, altra sciocchezza e set che se ne va, con un altro game sul 4-5 giocato contro se stesso e il suo amico immaginario, qualcuno che evidentemente vede solo lui nel suo angolo e contro il quale sacramenta dall’inizio alla fine di un match. E’, Kyrgios, si sa, prendere o lasciare. Un talento magnifico e oggi grande amico di Nole, che certo ne ha apprezzato la presa di posizione netta in suo favore ai tempi del caso Australian Open. Disse, all’epoca Nick, quando si pensava che Nole avrebbe giocato: "il governo che Djokovic è una minaccia per i nostri confini. Lo stiamo trattando come un’arma di distruzione di massa. Dov’è il sostegno per questo ragazzo? Voglio andare in giro per Melbourne Park con la mia maglietta ‘Idemo’ (dai, in serbo ndr)". Da lì, è sbocciato l’amore e Nole ci ha scherzato su: "Ho vinto e gli pagherò la cena, anzi mi sa che hai perso per non pagarla vero? stiamo diventando amici e non credevo che avrei detto tante cose carine su di te...", riferendosi agli screzi del passato. Nick si gode il risultato più bello in carriera e un milione di sterline di premio (Nole il doppio) anche grazie a un pizzico di buona sorte e cioè il ritiro di Nadal in semifinale e il forfait di Berrettini. Dunque, nell’anno in cui gli sono capitate tutte, dalla storiaccia degli Australian Open alla cocente delusione ai quarti di Parigi contro Rafa, Nole alza il trofeo più bello nell’unico Slam della stagione da qui a Parigi 2023. Eh già perchè agli Us Open non ce lo vogliono causa vaccino e in Austraiia è in punizione quindi non potrà entrare. A proposito degli Us Open, ormai siamo alla follia. Non essendo vaccinato non può entrare negli States, però un giocatore non vaccinato Tennys Sandgren, gli Open li giocherà perchè è americano. Sandgren tra l’altro, si è schierato apertamente in favore di Nole. E in effetti, che differenza fa se un non vaccinato, sottoponendosi ai test più accurati, si iscrive a un torneo dove c’è già un non vaccinato che però risiede negli States? Chissà, magari ha ragione Nole quando dice: "Forse c’è una motivazione politica più che medica". E, forse aveva ragione quel ’matto di Kyrgios quando, ai tempi degli Open di casa sua diceva: "ho la sensazione che lo trattino come Novak Djokovic e non come un essere umano".