Disastro Juve, è quasi fuori: Allegri salta?

Milik illude, poi il solito calo e la rimonta vincente del Benfica con Joao Mario e Neres. Bianconeri a zero punti e fischiati dallo Stadium

Dusan Vlahovic

Dusan Vlahovic

Massimiliano Allegri aveva sminuito a parole l’importanza della gara col Benfica. Ma la sua Juve, ancora a zero punti in Champions, dovrà ora raccogliere dieci punti in quattro partite per pasare agli ottavi: stando proprio alle tabelle del tecnico. Ed è come dire che la missione si è fatta di una difficoltà estrema dopo la sconfitta con il Benfica allo Stadium: un ko figlio della solita tendenza a rattrappirsi, inerme, quando il più sembra fatto.

Se è agosto il mese delle riserve, a livello lavorativo, per la Juve è settembre, con tutti gli infortuni che le sono piovuti addosso. Milik rappresenta il meglio dei presunti subentranti. Il jolly erculeo ha cercato di tenere a galla i bianconeri con uno stacco dei suoi, stavolta senza che un Var fallibile ci potesse mettere il naso. Non è bastato però a una Signora d’Europa sul cui animo pesano le paturnie in campionato.

Il Benfica era esplicitamente una insidia in questa Champions iniziata per Vlahovic e compagni con la sconfitta di Parigi. Ma allo Stadium è stato ben ingabbiato in avvio dal 3-5-2 di Allegri che ha puntato sulla densità in mezzo e sulla buona vena di Kostic e un ritrovato Cuadrado. Nulla di stupefacente, ma le tracce di quel bel gioco da tanti invocato finalmente si sono viste per una mezz’ora, unite a un pressing ben congegnato.

Non è stata una rarità, vedere una Juve energica in avvio. E infatti, anche stavolta, la vibrazione si è esaurita lasciando una scia di rimpianti e domande. Solo i tre punti avrebbero avuto il sapore di una possibile prima svolta stagionale. La sconfitta di ieri è una mezza sentenza sulla incompiutezza della corazzata. Con ben poche note positive Paredes è sempre più dentro il meccanismo della Juventus. Il suo cross per il gol, poi, sarebbe da prendere a esempio per potenza e precisione. Non è un caso che Milik l’abbia tramutato in gol con tutta la competenza del caso. Miretti ha provato ad innalzare la qualità prima della ingenuità che ha di fatto regalato il pari al Benfica. E se Perin è stato il migliore dei suoi – con almeno quattro parate della massima difficoltà – il popolo bianconero deve chiedersi quale sia la reale qualità della squadra.

Il pari di Joao Mario è giunto dopo una netta reazione dei suoi. E il gol vittoria di Neres ha premiato quello che era ormai un predominio degli uomini di Schmidt. La Signora è come scomparsa, senza creare né opporsi. Il calendario fittissimo deve avere certamente avuto un peso. Ma anche la generale mancanza di idee e di sostanza, per la quale Allegri deve rispondere. Si è rivisto Di Maria e un paio di lampi li ha regalati. Il palo di Kean è parso la beffa perfetta di una serata coi tratti forti della maledizione. In cui Vlahovic quasi non si è visto.

Nell’altra sfida del Girone H, il Psg vince a Tel Aviv col Maccabi per 3-1 (Messi, Mbappé e Neymar a segno) dopo essere andato in svantaggio. Classifica: Psg e Benfica 6, Juve e Maccabi 0.