Mercoledì 24 Aprile 2024

Dimarco vale doppio, le azioni Inter risalgono

Il Bologna si illude con Lykogiannis, poi viene travolto: bis dell’esterno, a segno anche Dzeko, Lautaro, Calhanoglu su rigore e Gosens

Mattia Todisco

Sei reti per dimenticare la caduta nel derby d’Italia. L’Inter rialza la testa, lo fa contro il Bologna segnando tutti i gol che allo Stadium sono mancati. Stavolta non piovono solo occasioni, ma anche marcature, alcune di pregevole fattura, utili a far sì che il divario dal Napoli capolista non si allarghi oltre le attuali undici lunghezze. Gli spettatori annunciati (quasi 70mila) comprendono gli abbonati, ma al Meazza non mancano i vuoti, complici il turno infrasettimanale e la pioggia a Milano. La Curva Nord è senza striscioni per decisione della Questura. Compensa con la voce inneggiando a Vittorio Boiocchi, il capo ultrà ucciso il 29 ottobre sotto casa per la quale morte era stato deciso di svuotare il secondo anello verde durante Inter-Sampdoria, non senza intimidazioni verso i presenti che non volevano lasciare l’impianto. "Sono stati accostati alla nostra Curva epiteti falsi, ma nessuna violenza è stata fatta allo stadio. Sicuramente qualche episodio di imperfetta gestione della situazione ci sarà stato, e di questo, a prescindere, ce ne scusiamo. Siamo stati travolti proprio a ridosso della gara dalla peggiore delle notizie, è umano che qualche tensione possa nascere", scrivono gli ultras in un volantino. La squadra, in effetti, trova sostegno vocale al suo ingresso e durante la gara. Nelle battute iniziali sembra subire psicologicamente il crollo dell’Allianz Stadium. Errori in uscita, una grande occasione concessa a Barrow e una ad Arnatuvic. Qualcuno sugli spalti già mugugna. Come dice Marotta nel pre-partita, "sta a Inzaghi trovare i rimedi". Quelli sul mercato toccano allo stesso ad, che esprime ancora fiducia sul rinnovo di Skriniar, ma rimanda l’accordo alle prossime settimane. Prima c’è da arrivare alla sosta con qualche punto in più, ma manca un po’ di tranquillità, mentre gli emiliani ne hanno in quantità dopo tre successi in fila. In più, incontrano la fortuna quando sul tiro di Orsolini diretto nettamente a lato la palla sbatte sulla schiena di Lykogiannis e finisce alle spalle di Onana. Usufruisce di una deviazione anche il cross di Dumfries che arriva a campanile dalle parti di Dzeko, la cui conclusione volante termina nell’angolo basso accolta dall’urlo del Meazza. Sceglie lo stesso palo Dimarco, quando calcia dal limite la punizione che il Bologna contesta (a ragione) per un intervento di Lucumì su Martinez. Gli animi si scaldano, particolarmente quelli di Lautaro e Medel, avvelenato ex. L’argentino risponde con la deviazione su corner di Calhanoglu seguita da un tocco ben più evidente di Lykogiannis, che stavolta prende la porta sbagliata. Dimarco fa poker quando il secondo tempo è appena cominciato e Dzeko ha già fatto fallito il più facile dei gol in carriera. Il bosniaco si procura anche un rigore (mani di Sosa visto solo al Var) che Calhanoglu trasforma, consentendo a Inzaghi di far rifiatare qualche titolare in vista di Bergamo. Gosens chiude il set, 6-1, a un quarto d’ora dal termine.