Martedì 23 Aprile 2024

Diavolo in castigo, Napoli fa festa sul divano

Lazio show, Milan travolto da Milinkovic-Savic, Zaccagni, Luis Alberto e Felipe Anderson: Spalletti al giro di boa ha 12 punti di vantaggio

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di Ilaria Checchi

Operazione Araba Fenice fallita: come la creatura mitologica capace di rinascere dalle proprie ceneri, il Milan era chiamato a ridare un senso alla propria stagione espugnando l’Olimpico al cospetto di una Lazio che, nella recente memoria, riportava a galla piacevoli ricordi. Il 4-0 confezionato dagli uomini di Sarri invece suona come la condanna definitiva ai sogni tricolore dei rossoneri: dal gol di Tonali che aveva dato il via alla cavalcata verso l’ultimo scudetto nella passata stagione, a quello di Milinkovic-Savic che, dopo appena quattro minuti, ha raggelato il Diavolo, per l’ennesima volta colpito a freddo, con la difesa rossonera sorpresa da Zaccagni, abile a servire il cross giusto per il mancino di prima del "Sergente" a colpire Tatarusanu sul suo palo.

Lo stesso numero 20 biancoceleste ha affondato il colpo prima dell’intervallo ribadendo in rete la deviazione sul palo dell’iniziale conclusione di Marusic, perso totalmente da un Dest in evidente difficoltà. In mezzo tanta Lazio e pochissimo Milan, con i prim’attori incapaci di creare problemi a Provedel, confusionari e sulle gambe: Giroud ha predicato nel deserto eccedendo nel nervosismo e Leao non ha dato il necessario supporto ai compagni perdendo palloni sanguinosi per i micidiali contropiede in velocità dei laziali.

Quella di ieri sera, oltre a rappresentare il giro di boa del campionato, è stata la terza partita consecutiva in cui i rossoneri hanno incassato due gol nella prima frazione di gioco e il copione visto contro una Lazio affamata, ordinata e lucida è stato lo stesso recitato a Lecce e a Riyad: in casa Milan piove anche sul bagnato, perché dopo venti minuti Pioli è stato costretto a privarsi di Tomori (problemi alla coscia sinistra per lui) affidandosi a Kjaer in una retroguardia già priva di Theo Hernandez, Ballo-Touré e Florenzi, e poco dopo un inutile cartellino giallo preso per un gesto di stizza costringerà Bennacer a saltare la sfida casalinga contro il Sassuolo di domenica.

Nella ripresa Pioli ha rivoluzionato la squadra inserendo contemporaneamente Origi (altra prova a vuoto dell’ex Liverpool), De Ketelaere e Saelemaekers per Giroud (uscito a testa bassa) Diaz e Messias: i problemi, però, sono rimasti in difesa, con Kalulu fuori posizione e costretto ad atterrare Pedro al 65’, regalando così un penalty che Luis Alberto ha trasformato con freddezza. Una Lazio perfetta ha poi calato il poker con il quarto marcatore diverso di serata, quando Felipe Anderson ha sfruttato l’assist tra le linee dello spagnolo e, solo contro Tatarusanu, ha spedito all’inferno il Diavolo. La carta Rebic, al posto di Leao, non ha cambiato le sorti di una partita dominata dai padroni di casa e per Pioli la crisi d’identità della sua squadra è più aperta che mai: il Milan non è più lui e sembra che il tecnico emiliano non sappia capire perché.

Se anche il mercato gli regalerà Zaniolo, sarà solo un palliativo.