Diavolo d’un Napoli, Spalletti lezione a tutti

Politano e Simeone firmano la vittoria a San Siro con il Milan: nonostante le cessioni, gli azzurri sono primi in campionato e Champions

di Giulio Mola

Nella folle domenica in cui una dopo l’altra cadono rovinosamente Inter, Juventus e Roma, le “primarie scudetto” della notte di San Siro indicano il cinico Napoli quale principale candidato al titolo. Dopo 97 roventi minuti passano i partenopei (1-2) che agguantano in vetta l’Atalanta, al termine di una partita che ha regalato emozioni forti soprattutto nella ripresa, dopo una prima frazione comandata dal Milan. Per i campioni d’Italia, fino a ieri sera sempre vittoriosi in casa, il Napoli resta un tabù se è vero che in campionato a San Siro l’ultimo successo contro gli azzurri (2-0) risale a otto anni fa.

Certo, l’assenza dei due giocatori di maggior talento, Leao e Oshimen, si è fatta sentire (ancor di più quella del portoghese per i rossoneri, già privi di Origi, Rebic e Ibrahimovic) ma a “scaldare” i 70 mila che hanno riempito la Scala del Calcio ci hanno pensato le fiammate di Giroud e le parate di Meret, le accelerazioni di Hernandez e Kvaratskelia. E un secondo tempo bellissimo e di grande intensità. Gode in tribuna Spalletti (squalificato e sostituito da Domenichini), ma esce a testa alta Pioli.

Il tecnico rossonero sceglieva il belga Saelemaekers nel ballottaggio con Messias anche se la mossa a sorpresa era l’inserimento di Krunic al posto dello squalificato Leao. In difesa staffetta Kalulu-Kjaer. Ma i riflettori erano puntati su De Ketelaere: quella col Napoli poteva essere la notte ideale per dimostrare tutte le sue qualità, ma ancora una volta il belga si è visto solo a sprazzi. Buona nel complesso la prima mezzora del Milan, più aggressivo e propositivo, soprattutto con Giroud (traversa al 12’ anche per tocco decisivo di Meret) e Krunic, anche lui “murato” dal portiere ospite. Napoli col baricentro basso e senza interesse ad accelerare il ritmo, anche se Kvaratskelia quando ripartiva dava sempre l’impressione di poter far male.

In avvio di ripresa la prima svolta in due mosse: Pioli sostituiva gli ammoniti Calabria e Kjaer con Dest e Kalulu, un tocco in piena area del primo su Kvaratskelia provocava il rigore che l’arbitro Mariani concedeva dopo quattro minuti a nervi tesi, fra minirisse e intervento del Var. Politano trasformava col brivido. Feroce e immediata la reazione del Milan: Herrnandez sfiorava il pari di testa un minuto dopo, poi entravano Diaz e Messias e quest’ultimo (22’) impegnava Meret col sinistro. L’assalto dei rossoneri veniva premiato (23’) dal piattone di Giroud che appoggiava in rete il pallone servitogli dallo scatenato Hernandez. Il Milan dava l’impressione di voler provare a vincere la partita ma veniva “gelato” (32’) dalla capocciata di Simeone (appena entrato) che ben servito da Mario Rui anticipava Tomori e beffava Maignan. Difficile rialzarsi un’altra volta, eppure spinto dalla forza della disperazione il Milan tornava a minacciare Meret ma le speranze si schiantavano sulla traversa colpita da Kalulu al 40’. E si spegnevano del tutto dopo sette minuti di recupero. Al generoso Milan restavano solo gli applausi, allo spietato Napoli tre punti pesantissimi.