Destro implacabile, sinistro alla Federer Così Musetti si prende la semifinale a Firenze

Battuto l’americano Mc Donald con una prova super del 2002 di Carrara, sempre più beniamino del pubblico

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di Paolo Franci

Le note di ’Freed from Desire’ pezzo anni ’90 divenuto inno e ode alla gioia negli stadi di tutto il mondo, echeggia tra le mura del Pala Wanny, mentre Lorenzo Musetti saluta la sua gente, i suoi tifosi e, idealmente l’abbraccia forte. I ragazzini allungano le mani con le palline gialle a caccia di un autografo e lui certo non si ritrae. Ha appena distrutto Mackenzie McDonald al quale ha rifilato un secco 6-3, 6-2 che non rende onore all’americano, protagonista di un match scintillante, certo. Ma quando Lollo gioca così, con questa testa, questa classe e il martello con il manico di cachemire, ce n’è per pochi. Lorenzo firma l’ultima pallina, poi dice: "Mi rivedo tanto in questi bambini che sognano di diventare giocatori di tennis. Ricordo quando anche io, al Foro Italico, allungavo la mano col pennarello e la pallina".

Dopo la semifinale di Sofia, dunque, arriva quella di Firenze, davanti al pubblico di (quasi) casa. Anche se la sua Carrara pare si sia trasferita sugli spalti colorati dello splendido impianto fiorentino. E Lorenzo, prima di giocare per prendersi la finale sa già di essere numero 24 del mondo. Niente male per colui che si appresta ad essere il terzo incomodo nel duello tricolore a distanza tra Sinner e Berrettini. Con una postilla: tecnicamente Lorenzo è e resta il migliore del tre. E se il dritto gira come ieri, oltre a quel rovescio sublime alla Federer, allora sì che si può pensare di salire ancora più su nel ranking. Il match l’ha iniziato in modalità saetta: subito 4-0. Poi McKenzie ha reagito, la vita s’è fatta complicata e Lollo ha rischiato il doppio controbrak, ma ha tenuto e chiuso sul 6-3. Nel secondo set, poca storia e un 6-2 di prepotenza. Dirà, sul match: "Sono entrato bene, ho messo a segno molti vincenti giocando bene e in modo solido, ma sapevo che lui sarebbe venuto fuori e quando è successo ho ragionato, preso tempo e sono salito ancora di rendimento per poter vincere. Ah, e ho giocato bene col dritto". Esatto, molto bene, considerando che il caldo rifugio per lui è quel rovescio pazzesco che ieri ha frustato l’americano. Ha confermato, Musetti, come la crescita dell’ultima stagione sia figlia "dell’ordine che riesco ad avere in campo, ragionando e cercando la via giusta. E non mi stanco di ripeterlo: tutto questo è figlio dell’allenamento". E di un talento straordinario che adesso dovrà sprigionare per andare a caccia della finale contro Auger-Aliassime che ieri ha battuto 6-3; 6-4 Nakashima.