De Laurentiis indagato per l’affare Osimhen

L’accusa è falso in bilancio: nella trattativa finirono altri quattro giocatori valutati venti milioni. Nei guai anche la moglie e due figli

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di Paolo Franci

Aurelio de Laurentiis, sua moglie Jacqueline Baudit, i figli Edoardo e Valentina sono stati iscritti nel registro degli indagati per falso in bilancio, nell’ambito dell’indagine sul trasferimento di Victor Osimhen al Napoli. Dopo la procura di Lille, dunque, anche le toghe napoletane aprono un’inchiesta sul trasferimento del nigeriano, già al centro dell’inchiesta plusvalenze della Figc che si era conclusa con il proscioglimento del Napoli e del suo numero uno.

Secondo gli investigatori il club di De Laurentiis avrebbe fatto una sorta di ’maquillage’ al bilancio dello stesso club proprio attraverso l’operazione che ha portato Osimhen a giocare al ’Maradona’. Operazione nella quale erano entrati anche altri quattro calciatori - con valutazioni che avevano di fatto acceso i fari della procura Figc - Karnezīs e i tre giovani Liguori, Manzi e Palmieri.

Gli investigatori della Guardia di Finanza di Napoli, coordinati dal generale Domenico Napolitano, sono piombati nella sede della Filmauro a Roma e nel quartier generale del club a Castel Volturno. Fin troppo chiaro l’obiettivo del blitz e cioè acquisire fatture, carteggi, mail e tutto quanto riporti alla compravendita di Osimhen e degli altri quattro calciatori inseriti nell’operazione, secondo la Finanza valutati ben oltre il loro valore. Qui però, siamo al solito punto che poi trasforma le inchieste del pallone sulle plusvalenze in bolle di sapone: chi può realmente stabilire quanto vale un calciatore, giovane o arcinoto che sia?

Vedremo, anche se per gli inquirenti siamo di fronte ad una sovrafatturazione dell’affare che avrebbe influito sul pagamento delle imposte del club. ADL, la moglie Jaqueline, il figlio Edoardo - entrambi vice presidenti del club - la figlia Valentina e Andrea Chiavelli, membro del cda del club azzurro sono accusati di falso in bilancio. Il reato di dichiarazione fraudolenta è invece contestato a De Laurentiis.

La compravendita di Osimhen è già da tempo nel mirino degli inquirenti della Juridiction Interrégionale Spécialisée francese, che fecero perquisire gli uffici del Lille, ma il nodo resta il medesimo e anche stavolta sarà sicuramente al centro della linea difensiva di Adl e del gruppo familiare-dirigente del club.

Lo scorso 15 aprile, il tribunale nazionale federale ha chiuso il processo plusvalenze con un ’libera tutti’ per le società coinvolte , tra le quali il club di De Laurentiis e i suoi dirigenti dichiarandone il proscioglimento dalle accuse, per le quali l’affare Osimhen era stato elemento centrale. Fin troppo semplice per i legali del club scardinare il castello accusatorio al punto che, una volta incassata la vittoria l’avvocato Mattia Grassani, definì "una forzatura" il deferimento del Napolì. D’altra parte, la via che consente ai club di fare ’mercato creativo’ è a senso unico in virtù di una sola, unica certezza: chi può stabilire quanto vale un calciatore? Certo, a guardare certe operazioni, il sopracciglio si alza per forza. Però poi ci chiediamo, chi può sentenziare con certezza quanto valga un’opera d’arte? Oppure un immobile dal valore storico? Giusto per fare due esempi. Cosa rischia il Napoli sul piano sportivo? Sull’affare Osimhen è stato già giudicato, ma se emergessero fatti nuovi, ad esempio sulla fatturazione, allora potrebbe aprirsi lo scenario più complicato, considerando che l’illecito amministrativo è da tempo equiparato a quello sportivo.