Venerdì 19 Aprile 2024

Darryl Dawkins, un ricordo del campione dei Nets, 76ers, Torino, Forlì e Milano

Stevie Wonder lo chiamò "Chocolate Thunder", lui ha lasciato sorrisi ovunque è andato

Darryl Dawkins,Chocolate Thunder  (NBA)

Darryl Dawkins,Chocolate Thunder (NBA)

Bologna, 28 agosto 2015 - Darryl Dawkins era avanti di venti anni nel mondo della pallacanestro moderna. Il gigante buono, per tutti e questo è un fatto più unico che raro (decine di migliaia le testimonianze sui social network,  di star dello sport, amci e fans) ha lasciato un vuoto enorme. L'infarto che l'ha portato via a 58 anni ha riempito di cordoglio il web, la carta stampata e il video.

Dawkins, come detto, era una generazione avanti. Un precursore, nello sport e nello showbusiness legato al basket. E' stato il primo giocatore a passare, proprio 40 anni fa, dal liceo alla NBA, quando invece tutti aspettavano almeno un paio d'anni di università. A 18 anni con i professionisti, quando i colleghi più giovani ne avevano 22. Adesso è diventata un'abitudine.

I suoi numeri nella NBA sono stati importanti. E' arrivato due volte in Finale NBA, cpn i Philadelphia 76ers di Doctor J. Nel 1977, perdendo contro i Portland Trail Blazers, e nel 1980, ancora sconfitto dal Los Angeles Lakers, quando il ventenne Magic Johnson, con il mito Kareem Abdul-Jabbar infortunato, si invento la più grande prestazione in una finale: 42 punti, 15 rimbalzi, 7 assist, passando di ruolo, da play a pivot. Anche contro Darryl quindi, che prima era terrorizzato dal gancio cielo di Kareem ("Fear of the sky hook" disse) poi si ritrovò matato da quel ragazzo dal sorriso enorme che si apprestava a cambiare le regole del gioco.

Dawkins, col suo sorriso, non era secondo a Magic. Non face mai tragedie in campo, forse rese un po' meno del previsto, ma le sue schiacciate tonanti, distruggevano i tabelloni. La NBA decise di cambiare i canestri perchè lui ne rompeva troppi con la sua forza (alto 2.09 m e più o meno 135 kg di peso forma). Arrivarono i ferri sganciabili, altrimenti Darryl ogni sera rischiava di portarsene a casa uno. Stevie Wonder lo battezzà Chocolate Thunder, altri lo chiamarono Baby Gorilla o Master of Disaster.

Intanto lui dava i nomi alle sue schiacciate e diceva di venire dal pianeta Lovetron (vedi foto sotto). Poi andò ai New Jersey Nets, coppia d'oro con un "certo" Sugar Richardson.

Cominciò il declino, poi l'arrivo in Italia. Lo volle il grande Dido Guerrieri (che adesso scherzerà con lui in cielo) a Torino, in A-2. Baby Gorilla aveva 32 anni, ma pesava 170 kg. Guerrieri disse. "All'inizio non riusciva a fare due volte il campo". Ma poi fu subito feeling. E Dawkins ricominciò a piazzare schiacciate e giocate spettacolari. Chi scrive, l'ha visto: teneva la palla come un mandarino. E se non era canestro (tirava di media con un irreale 80% dal campo) c'era sempre un assist per un compagno.

Con Torino vinse la Serie A-2, poi un altro grande campionato. Lo scelse Milano, ma non andò bene. Niente scudetto, anche se fece divertire tutti, Continuò a Forlì, poi chiuse con l'Italia, lasciando tutti innamorati. Giocò, e non poteva essere altrimenti, anche con gli Harlem Globetrotters.

Che dire, sempre un sorriso, un'invezione, qualcosa di unico. Il basket mondiale ha perso una delle sue facce più allegre e dei suoi interpreti più spumeggianti. Un campione che ha fatto innamorare tutti.

Darryl Dawkins da Lovetron

Darryl Dawkins, il re del basket spettacolo (NBA)