Dalle vertigini a eroe nazionale Bono, impresa nata nella Liga

Il portiere decisivo gioca in Spagna da dieci anni. Contro il Belgio era uscito. perché gli girava la testa

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L’eroe del Marocco è nato in Canada (di cui ha anche la nazionalità) e gioca in Spagna da dieci anni. Forse non basterà per spiegare come mai Yassine Bounou, noto a tutti come Bono, è riuscito a stregare dal dischetto le furie rosse, ma magari una parte del segreto è proprio quella.

Il nuovo eroe nazionale di Rabat è il portiere che finora si era fatto notare soltanto per le sue vertigini: nella partita che i Leoni dell’Atlante hanno vinto contro il Belgio, nel girone di qualificazione, Bono aveva cantato l’inno insieme ai compagni e poi aveva chiesto la sostituzione perché gli girava la testa, quindi non aveva giocato neanche un minuto di quella gara.

Ieri la testa funzionava in modo lucidissimo anche dopo i 120 minuti dei supplementari, visto che Bono ha parato due rigori sui tre calciati dagli spagnoli (uno è finito sul palo).

La Spagna era già nel destino di questo ragazzo, da ieri è legata alla sua vita in modo indissolubile. In Spagna Bono gioca da una decina d’anni ormai, dopo essere tornato in patria dal Canada (è nato a Montreal). Gli inizi nel Wydad Casablanca, poi l’appdoro alla squadra B dell’Atletico Madrid, quindi Real Saragozza, Girona e ora il Siviglia. Gli spagnoli ne conoscono fin troppo bene le capacità, visto che gli hanno appena assegnato il premio Zamora per il miglior portiere. Ma avrebbero preferito che dimostrasse di esserselo meritato in un’altra partita.

A scoprirlo è l’ex ct spagnolo Julen Lopetegui, che avrebbe voluto portarselo anche al Wolverhampton. Un anno e mezzo fa Bounou aveva anche realizzato il gol del pareggio, 1-1 all’ultimo minuto nella partita dello stadio José Zorrilla contro il Valladolid, con un tiro di sinistro. Il contratto con il Siviglia dura fino al 2025, con uno stipendio che si aggira sui 2,7 milioni: chi vuole acquistare il suo cartellino dovrà versare una clausola rescissoria di 50 milioni. Per un portiere di 31 anni.

E intanto il Marocco è la quarta squadra africana nella storia, dopo Camerun, Ghana e Senegal, a raggiungere i quarti di finale in un mondiale.