di Giulio Mola
HANDANOVIC 6,5 Voto di stima perché il capitano dopo nove anni in nerazzurro meritava il successo anche se paradossalmente questa è stata la stagione più difficile, soprattutto nella parte finale della stagione. Decisivo, però, nel derby di ritorno.
BASTONI 8 Il giovanotto è ormai una certezza. Sempre concentrato quando deve difendere, molto propositivo se c’è da spingersi avanti, grazie ai piedi “educatissimi“. E’ una delle scommesse vinte da Conte.
DE VRIJ 8 Il leader di una difesa granitica, non a caso la migliore del torneo. Bravo a “ingabbiare gli avversari, perfetta nella lettura dei tempi di gioco, con anticipi puntuali e stile impeccabile.
SKRINIAR 8,5 Un anno fa era considerato inadatto alla difesa a tre, ora è stato fra gli artefici del trionfo: una “roccia“ in marcatura, sempre insidioso nelle incursioni in avanti come dimostrano il gol-vittoria di Verona e quello contro l’Atalanta.
D’AMBROSIO 6,5 Poche presenze, tra infortuni e Covid, ma segna anche tre gol pesanti contro Fiorentina, Genoa e Cagliari.
DARMIAN 7,5 Arrivato quasi per caso, perché piaceva solo a Conte. Non un titolare fisso, ma un preziosissimo “gregario“. Serio e soprattutto affidabile, anche quando veniva impiegato a sprazzi. Insomma, il dodicesimo perfetto, soprattutto nel finale di stagione: suoi i gol decisivi contro Cagliari e Verona.
KOLAROV 5,5 Preso fra gli svincolati di lusso, era partito come titolare nella difesa a tre. Un ruolo che però non reggeva, perché abituato soprattutto a giocare da esterno largo. E lui è sparito ben presto.
RANOCCHIA 6,5 Aveva alzato l’ultimo trofeo dei nerazzurri, nel 2011. L’unico reduce, uno degli uomini-spogliatoio più importanti. Quando Conte lo ha chiamato in causa, l’ex capitano si è sempre fatto trovare pronto.
YOUNG 6 Partito titolare, a poco a poco è arretrato nelle gerarchie di Conte per qualche errore di troppo.
HAKIMI 8 L’unico vero acquisto (anticipato nel febbraio 2020) in una stagione dove la parola “mercato“ è stata bannata. L’ex Dortmund è partito a razzo, anche per apprendere velocemente la fase difensiva richiesta da Conte. Ha segnato come un attaccante aggiunto e in fascia è stato devastante coi suoi assist.
PERISIC 7 E’ tornato alla base e con orgoglio e caparbietà si è ripreso il posto sulla corsia mancina. Non più svogliato come negli anni passati, ma disposto a rimettersi in gioco con sacrificio.
BARELLA 8,5 Il clone di Conte... da calciatore. Quello che più di tutti rappresenta la filosofia di gioco dell’allenatore. A soli 24 anni il ragazzo è già un leader: ha corso per un intero anno, proteggendo le difesa, recuperando palloni, inserendosi in attacco. Con la gioia dei gol a Cagliari, Juve e Fiorentina.
BROZOVIC 8 Con gli anni è cresciuto tanto, una maturazione tattica e comportamentale. Messa da parte la discontinuità e i mal di pancia del passato, ha diretto l’orchestra con la personalità dei top player..
GAGLIARDINI 6,5 Cambio prezioso quando c’era bisogno di gestire il risultato.
ERIKSEN 7,5 Ha cominciato a giocare soltanto a fine gennaio, dopo aver chiesto di andar via perché “trascurato“ da Conte. Ma col buon senso di tutti il danese è tornato in pista, al posto giusto nel momento giusto, come mezz’ala. L’ultima pennellata a Crotone è stata fantastica..
SENSI 6 Frenato dagli infortuni in quella che poteva essere la stagione del riscatto.
VIDAL 6 Voluto da Conte per portare esperienza e ferocia in mediana: ma la cosa più importante è quel gol alla Juventus che gli basta per la sufficienza.
VECINO ng
MARTINEZ 9 Sembrava dovesse andare al Barcellona dal suo idolo Messi. E invece non solo è rimasto ma è stato uno dei più presenti e dal rendimento più costante. Tanti i gol “pesanti“, ma la partita perfetta resta il derby di ritorno.
LUKAKU 9 Sullo scudetto il Re Leone ci ha messo la sua impronta a suon di gol e assist. Ma uno come lui, non a caso portato da Conte, è stato fondamentale in tutte le fasi, dalla difesa del pallone alle ripartenze.
SANCHEZ 7 Ha giocato poco ma il suo contributo è stato importante. Lascia il segno in partite chiave, come il match sul campo del Sassuolo (in coppia con Lautaro) e la doppietta realizzata a Parma.
PINAMONTI ng Scampoli di partita e tanta panchina. Ma l’allenatore nei giorni scorsi lo ha elogiato pubblicamente per l’impegno profuso negli allenamenti. Il futuro è dalla sua parte.
PADELLI ng
RADU ng
all. CONTE 10 Un’opera d’arte realizzata con pazienza, fatica e sudore. Sopportando le maldicenze e lavorando. Correggendo in corsa i pochi sbagli commessi. Solo il Trap era riuscito a vincere con Juventus e Inter. Ed entra di diritto nella storia.