Giovedì 18 Aprile 2024

Dalla Gioconda a Bartali, Francia et voilà la rivincita

Il calcio non basta a spiegare l’esplosione di gioia italiana per la Svizzera: c’è una lunga storia di torti subiti e di snobismo transalpino

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di Leo Turrini

Chissà, magari dipenderà dal fatto che si sono portati via la Gioconda e si guardano bene dal restituirla. Oppure sarà perché ci ricordiamo i fischi a Coppi e Bartali sulle montagne del Tour: e i francesi ancor si incazzano, come ebbe a cantare meravigliosamente Paolo Conte. Sia come sia, ammettiamolo: l’altra notte una botta di tripudio si è sparsa dalle Alpi a Pantelleria, quando gli svizzeri si sono tolti lo sfizio di buttare fuori dall’Europeo i Galletti campioni del mondo. E tanta euforia era solo in parte figlia della consapevolezza che sono usciti dal torneo i favoriti, con teorico beneficio per gli azzurri di Roberto Mancini.

Qui c’è dell’altro, molto altro. C’è, sullo sfondo, sarei tentato di dire nell’inconscio!, un sentimento di reciproca, cordiale (?) antipatia. Alle spicce: non ci possiamo vedere.

I cugini d’oltralpe, sotto sotto, ci considerano parenti di serie B. Ostentano una finta indifferenza nei confronti della grande Storia italiana. Al massimo arrivano a concedere che Garibaldi fu un eroico condottiero, forse perché ai tempi della Comune (1870-71) l’indomito Generale si offrì volontario per salvare Parigi. Ma vuoi mettere con Bonaparte? E non è forse vero che il Regno di Vittorio Emanuele II nacque per Gentile intercessione dell’altro Napoleone, detto il Terzo? Vigliacco, poi, se nel 1998, quando vinsero il mondiale, ci ringraziarono per aver fatto crescere, nella storia serie A, campioni come Zidane, Thuram, Desailly, Djorkaeff...

Noi rispondiamo che ci sarà pure un motivo se i Papi, dopo un breve soggiorno ad Avignone, scelsero di tornarsene a Roma. Inoltre, il Louvre non sarebbe il Louvre senza i capolavori dei nostri artisti (così torniamo alla Gioconda). Di più, per stare a cronache recenti, ci girano (sempre Paolo Conte) i cosiddetti al pensiero che per decenni i cuginetti abbiano dato rifugio a terroristi che meritavano di trascorrere almeno un po’ di tempo nelle patrie galere... Dopo di che, pace. Abbiamo non poche cose in comune, onestamente i loro vini non sono meno buoni dei nostri, la Rivoluzione francese l’abbiamo studiata e per tante cose ammirata, i romanzi di Victor Hugo e di Dumas sono capolavori assoluti e il miglior contadino emiliano sugli schermi del grande cinema aveva la faccia del rodomontesco Gerard Depardieu, nel “Novecento” di Bernardo Bertolucci. Solo che. Solo che trovare un italiano dispiaciuto per il rigore fallito da Mbappe, senti a me, mi sa che è una gara dura...