Dal Sassuolo al Napoli: la Juve in 10 giorni

Stasera la sfida coi neroverdi, vittima prediletta di CR7, poi la Coppa Italia, l’Inter e la Supercoppa: Pirlo cerca l’effetto San Siro

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di Gianmarco Marchini

Difficile trovare squadre che non portino bene a chi in carriera ha segnato qualcosa come 758 gol. E allora mettiamola così: il Sassuolo è una di quelle che portano particolarmente bene a Cristiano Ronaldo. Quattro incroci e quattro gol ai neroverdi, i primi nel nostro campionato a conoscere il dolore che fa un morso del portoghese.

E’ il 16 settembre 2019, quarta giornata: la squadra, allora di Allegri, arriva da tre vittorie consecutive (Chievo, Lazio e Parma), ma il campione strappato per 115 milioni al Real non si è ancora esibito in quel suo "eu estou aqui". Anzi che lui stia qui, fra noi, quasi non se n’è accorto nessuno. I detrattori gongolano. L’Allianz Stadium stracolmo - eggià, sembra preistoria sentir parlare di un stadio pieno - prova a spingere il suo nuovo idolo, ma a dargli la spinta decisiva è un avversario, Ferrari, che devia il pallone contro il palo della propria porta, e per Cristiano la sfera è solo da appoggiare in rete. Delirio bianconero.

Comincia lì, in quel momento, la storia juventina del cinque volte pallone d’Oro. Una storia scritta con due scudetti e una Supercoppa: francamente, un bottino che rasenta quasi la linea del minimo sindacale quando dalla tua parte gioca un signore da cinque Champions League. Eppure, nonostante uno dei massimi esperti in materia, nulla si è mosso. Tanto che dal suo arrivo, CR7 ha già conosciuto tre allenatori diversi: Allegri, Sarri e adesso Pirlo. Con quest’ultimo sembra avere il feeling migliore. Perché se con Max il rapporto era buono, ma il gioco non era abbastanza offensivo, con Sarri si attaccava sì, ma senza divertirci, e il rapporto col tecnico.. non ne parliamo nemmeno. Osò addirittura sostituirlo due volte.

Pirlo, che è stato calciatore molto più di recente, sa bene come vanno trattati questi esemplari complicati: e infatti tutti i bianconeri sembrano felici e contenti di questo nuovo corso. Figuriamoci dopo un 3-1 alla capolista Milan che il tecnico juventino però ieri definiva ancora "la squadra da battere". Un bel modo di smarcarsi dalla pressione dei favoriti, anche se dopo l’exploit di San Siro i fari puntano forte sulla Signora che stasera col Sassuolo apre un mini-ciclo della verità: mercoledì gli ottavi di Coppa Italia con il Genoa, poi domenica l’Inter e il 20 gennaio la Supercoppa con il Napoli. Quattro partite che diranno molto, se non tutto, sul vero potenziale di questa squadra dalla rosa sconfinata. Non stasera, perché causa Covid, Pirlo deve cambiare tre-quarti della difesa: dentro Demiral, Danilo e Frabotta per De Ligt, Cuadrado e Alex Sandro. In mezzo i dubbi più grandi (Chiesa l’unico sicuro del posto), mentre davanti, con Morata forse solo in panchina, ci saranno ancora CR7 e Dybala.