di Paolo Franci E’ logico, ogni partita da qui al Mondiale sarà una cicatrice. Anche se oggi ci sarà l’ultimo bacio della maglia di Giorgio Chiellini. Anche se dall’altra parte c’è Messi e una Coppa da alzare - vincendo contro una squadra che non perde da 31 gare, quella di Scaloni - tentando di viaggiare nel tempo e riassaporare la fantastica notte londinese del trionfo europeo. E già perchè da Wembley a Wembley ne sono successe di cose. Proprio quanto tutto sembrava ormai scritto e definito per un’altra meravigliosa avventura. E invece, adesso l’omaggio ai campioni d’Europa in questa Finalissima Uefa-Conmebol e cioè tra le vincitrici di Europeo e Coppa America, poi la rifondazione manciniana che ripartirà con la Nations League già tra poche ore con la prima sfida, tosta, contro la cara, vecchia Germania. Però, prima di tutto il Chiello. Cerimoniere più prestigioso per l’addio alla azzurro - Leo Messi - Re Giorgio non avrebbe potuto chiedere. Certo, gli passeranno davanti agli occhi i 22 lunghissini anni in cui ha indossato la maglia azzurra. Comprese le 71 presenze con le Nazionali Giovanili, con cui ha conquistato un Europeo Under 19 nel 2003 in Liechtenstein e una medaglia di bronzo con l’Under 21 ai Giochi Olimpici di Atene 2004. Chiellini si è affacciato nel mondo della Nazionale maggiore nel novembre 2004 Chiellini con Marcello Lippi in occasione di un’amichevole con la Finlandia a Messina. Da allora tante altre prime volte: il 26 marzo 2005 la prima partita da titolare con la Scozia, il 21 novembre 2007 il primo gol con le Far Oer, il 14 novembre 2012 con la Francia la prima gara con la fascia da capitano al braccio. Stasera giocherà la sua 117ª partita in Nazionale, raggiungendo Daniele De Rossi al quarto posto nella classifica all time di presenze. Sarà ...
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