Da Verratti a Scamacca, la A non impara

Leo

Turrini

Non che gli manchi qualcosa, in Francia lo strapagano e ha come compagni di allenamento Mbappe, Neymar e Messi, in aggiunta al connazionale Donnarumma. Ma qui c’è qualcosa che tocca, qualcosa che non torna.

Mi spiego. 10 anni fa, i padroni del vapore del nostro calcio non furono in grado di capire che conveniva investire su un’ipotesi di campione quale era Verratti. All’epoca i califfi del Qatar vennero a prendersi non un asso affermato, ma un ragazzo alle prime armi. Cioè, più dei petrodollari valse la competenza.

Ecco, la competenza. Magari stavolta è nel giusto chi non ha pensato di offrire una sponda in patria a Scamacca e di sicuro è sempre una questione di soldi, a maggior ragione per il pallone del Made in Italy, assillato dai debiti.

Ma affiora il sospetto che dalle parti nostre siano più numerosi quelli che capiscono di finanza (bonus, diritto di recompra, prestiti dalla misteriosa formulazione) di quelli che sanno giudicare il valore di un calciatore…