Venerdì 19 Aprile 2024

Da Totti a Balo, quando il mister è un nemico

Anche Ribery, Cassano, Pogba, Ljajic e Van Basten: quello tra il Papu Gomez e Gasp non è una novità. E Panucci perse la Nazionale

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di Paolo Franci

Qualcuno particolarmente ottimista, sostiene che il rapporto allenatore-calciatore sia un po’ come quello tra moglie e marito. Chi, invece, la vede con maggior cinismo si diverte a dipingere il fiammeggiante affresco dell’incrocio suocera-nuora. Una miscela esplosiva, in effetti. E il caso del Papu Gomez con Gasp è l’ultimo di una collana infinita. Partiamo da un pezzo forte, da Josè Mourinho. Lui, solitamente amatissimo dai giocatori, ha avuto un paio di rapporti contromano con qualcuno dei suoi. Paul Pogba, ad esempio, al quale finì per togliere la fascia di capitano dei Red Devils dopo l’ennesima polemica. Eppoi Iker Casillas ai tempi di Madrid, con il quale non si parlò per una intera stagione. Steven Gerrard, leggendario capitano del Liverpool, vinse la Champions del 2005 con Benitez in panchina nella ‘fatal Istanbul’, ma di recente avrebbe detto: "Se mi telefona, non rispondo...".

Franck Ribery, al Bayern se la prese con Pep Guardiola, definendolo inesperto e chiacchierone. E quest’ultimo fece scintille a Barcellona con Ibra, che arrivò a definirlo ‘il fìlosofo’ e raccontando come il lavoro con Pep l’avesse peggiorato. Fu licenziato Delio Rossi per aver assalito Ljajic in panchina e in diretta tv. Ha fatto il giro del mondo la strattonata di Roberto Mancini a Balotelli dopo un’entrataccia su Sinclair ai tempi del City. Eppoi, Totti. L’ex capitano della Roma ha fatto scintille con Luciano Spalletti tra dichiarazione-tackle, iniziative di Lady Totti _ famosa una intervista in cui definì il tecnico "Un piccolo uomo" e lui reagì con stile, regalandole il 45 giri di Mia Martini "Piccolo Uomo"... _ fino alla ‘cacciata da Trigoria’ del capitano prima di un Roma-Palermo. Eppoi, la toccò piano Roy Keane in Nazionale contro il ct McCarthy: "Sei una m... d’allenatore, non sei nemmeno irlandese, sei uno schifo di inglese!", invitandolo a liberarsi degli attributi maschili: "Sono solo un peso, tanto non ti servono!". Eh sì, il calcio di quelle inascoltabili interviste tutte uguali nelle quali si giura fedeltà al mister è una bugia colossale. Tutti vogliono giocare. Tutti pensano di essere migliori di chi va in campo. Eppoi, se non c’è feeling con l’allenatore, apriti cielo. E non è che non si vinca lo stesso, come nel caso di Van Basten che ignorava il più possibile Arrigo Sacchi. Zeman e Balbo ai tempi della Roma facevano finta di non conoscersi. Ranieri certo non aveva un rapporto d’amore con Romario al Valencia, che una voltà arrivò ad insultarlo a mitraglia, quando il tecnico romano provò a richiamarlo ad una condotta di vita più professionale. CHe pretese, Ranieri! Come chiedere a un leone di diventare vegetariano.

Eto’o scelse la via alla Sting, cioè un ‘message in a bottle’ per dire la sua. Solo che la bottiglia non la affidò al mare, ma la tirò ad Aragones ai tempi del Maiorca. E Panucci? Memorabile lo scazzo con Lippi che portò il tecnico a ignorarlo sistematicamente in azzurro. Bel caratterino l’ex Milan e Roma, in corto circuito anche con il suo papà calcistico, Fabio Capello, e Spalletti. Cassano li ha fatti arrabbiare tutti i suoi tecnici. Disse a Spalletti che gli abbassava lo stereo in palestra "Che pensi di comandare te?" e finì tra i partenti. Imitò Capello a Madrid e finì in cantina. Paolo Di Canio al suo portiere Foderingham disse "Sei il peggior ‘goalkeeper’ al mondo" e lui gli rispose: "Certo, mi alleni te...". Sempre Di Canio e stavolta ecco una bella rissa con un suo giocatore, Leon Clarke, iniziata a bordo campo e proseguita nel tunnel allo Swindon Town. Eppoi, Taribo West che lancia la maglia in faccia a Lucescu, Anelka che con i suoi compagni di Nazionale butta giù dal trono il ’despota’ Domenech in Sudafrica. E il vaffa di Chinaglia a Valcareggi e quel "Ma è matto?" di Baggio a Sacchi dopo la sostituzione al Mondiale Usa ‘94 contro la Norvegia. Ci fermiamo, ma non è mica finita eh?